L'azione giudiziaria è stata intrapresa negli Usa perché il giornalista viveva in questo paese
WASHINGTON - La fidanzata del giornalista Jamal Khashoggi, ucciso due anni fa nel consolato dell'Arabia Saudita a Istanbul, e il gruppo per la difesa dei diritti umani fondato dallo stesso Khashoggi hanno avviato una causa civile presso la Corte federale di Washington contro il principe ereditario saudita Mohammad bin Salman e altre 28 persone considerate coinvolte nei fatti.
L'azione giudiziaria è stata intrapresa negli Usa perché in questo paese Khashoggi viveva e qui aveva dato vita all'organizzazione, denominata Democracy for the Arab World Now (Dawn).
La fidanzata del giornalista saudita, la cittadina turca Hatice Cengiz, chiede un risarcimento per i danni morali e per le perdite finanziarie conseguenti alla morte del fidanzato, che si era recato nel consolato del suo paese a Istanbul per ottenere la documentazione necessaria per il matrimonio.
Da parte sua, Dawn afferma che le sue attività sono state ostacolate con l'uccisione del fondatore. «Lo scopo dell'assassinio era chiaro - si legge nella documentazione presentata ai magistrati - vale a dire fermare le attività di sostegno di Khashoggi negli Stati Uniti, principalmente come direttore esecutivo di Dawn, per riforme democratiche nel mondo arabo».
In seguito alle reazioni di condanna internazionali all'uccisione del giornalista, 13 cittadini sauditi sono stati processati a Riad e condannati a pesanti pene detentive. Ma due alti dirigenti, il vice capo dell'Intelligence Ahmed al-Assiri e il capo dei rapporti con i media Saud al-Qahtani, sono stati prosciolti nonostante le accuse di un loro coinvolgimento. Entrambi sono citati nella causa avviata a Washington.