Manifestazioni hanno avuto luogo a Mosca e Betlemme, dove i cristiani sono scesi in piazza accanto ai musulmani
MOSCA - Alcune decine di persone hanno partecipato a una manifestazione di protesta contro il giornale satirico francese Charlie Hebdo davanti all'ambasciata francese a Mosca: lo riferisce la televisione Dozhd, secondo cui i dimostranti hanno scandito "Allah Akbar" tenendo in mano manifesti con il logo della rivista barrato.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha difeso le vignette sul profeta Maometto pubblicate da Charlie Hebdo che Samuel Paty, l'insegnante decapitato in Francia da un giovane ceceno, aveva mostrato in classe. Nei giorni dopo il delitto, Macron si è schierato a difesa della libertà di espressione e dei valori secolari della Repubblica.
Musulmani e cristiani manifestano a Betlemme - «Betlemme deplora le vignette che in Francia offendono il Profeta Maometto e l'Islam». Così hanno scritto sui loro cartelli e striscioni un gruppo di cristiani e musulmani di Terra Santa, radunatisi ieri a Betlemme, nella Piazza della Mangiatoia antistante alla Basilica della Natività, per manifestare insieme la propria riprovazione nei confronti delle vignette denigratorie nei confronti dell'iniziatore della religione islamica, ripubblicate in Francia dalla rivista satirica Charlie Hebdo, che stanno sollevando una ondata imponente di proteste antifrancesi in molti Paesi a maggioranza musulmana. Lo riferisce l'agenzia vaticana Fides.
Alla manifestazione di Betlemme ha preso parte, tra gli altri, anche Atallah (Theodosios) Hanna, arcivescovo greco ortodosso di Sebastia, del Patriarcato greco ortodosso di Gerusalemme. I partecipanti al raduno hanno denunciato con i cartelli esposti e con i loro interventi, le offese gratuite nei confronti di tutte le figure e i simboli cari alle diverse tradizioni religiose.
Martedì scorso, anche il patriarca greco ortodosso di Gerusalemme, Theophilos III, aveva deprecato ogni forma di violenza contro persone con opinioni o credenze religiose diverse, esprimendo preoccupazione per la crescente polarizzazione seguita alla «sfortunata sequenza di eventi in Francia», e ricordando che il dialogo è «l'unico modo adeguato per trattare le distanze intellettuale tra le diverse appartenenze religiose e ideologiche».