La donna parla dell'attentatore della cattedrale descrivendolo come un giovane chiuso che si era isolato.
Secondo il fratello, Brahim aveva già tentato invano la traversata verso l'Italia e non aveva avvisato i parenti di questa nuova partenza.
NIZZA - Faceva la preghiera islamica da due anni e mezzo ed era chiuso e introverso Brahim Issaoui, l'attentatore della cattedrale di Nizza. Lo ha riferito la madre. «Non usciva e non comunicava con gli altri», ha ricordato la donna in linea con suoi parenti, i quali hanno riferito che il giovane si era rivolto alla religione e isolato negli ultimi anni.
«Sono circa due anni e mezzo che fa la preghiera. Andava da casa al lavoro, non usciva e non si mischiava con altri», ha riferito la donna. Prima «beveva alcol e consumava droga. Gli dicevo 'siamo nel bisogno e tu sprechi il denaro?' Lui rispondeva 'Se Dio vuole, Lui mi indirizzerà verso la strada giusta'», ha aggiunto.
Secondo il fratello, Brahim aveva già tentato invano la traversata verso l'Italia e non aveva avvisato i parenti di questa nuova partenza. «Dopo aver abbandonato il liceo, ha lavorato nella riparazione delle moto», ha raccontato ancora la madre.
Brahim ha otto sorelle e due fratelli e la sua famiglia vive in condizioni modeste in un quartiere popolare vicino a una zona industriale alla periferia della città costiera di Sfax.
Dopo aver messo da parte un po' di soldi, il giovane aveva lanciato una piccola rivendita informale di carburante, come se ne trovano in numerose località della Tunisia. «Gli avevo detto di affittare un piccolo granaio, con questi 1.100-1.200 dinari (circa 400 euro) al fine di poter lavorare. Mi ha detto che voleva fare un capanno per vendere la benzina», ha raccontato ancora la madre che non ha voluto veder pubblicato il suo nome.