Il magnate era stato arrestato per collusione con forze straniere, un reato punibile con l'ergastolo
HONG KONG - Il magnate dei media di Hong Kong Jimmy Lai è stato formalmente accusato della violazione della legge sulla sicurezza nazionale, diventando l'attivista pro democrazia di maggior peso a finire nelle maglie della normativa imposta dalla Cina sull'ex colonia britannica.
Lai - fondatore di Next Digital, che pubblica il tabloid Apple Daily - è stato arrestato ad agosto con l'accusa di collusione con forze straniere, un reato punibile con l'ergastolo secondo la nuova contestata legge.
La scorsa settimana, Lai è stato incriminato con altri due manager della sua holding con l'accusa di frode sulla violazione dell'utilizzo degli immobili adibiti a uffici delle sue società, presi in locazione da una società del governo di Hong Kong. È stato arrestato durante l'udienza preliminare in attesa del processo previsto ad aprile.
La polizia ha spiegato oggi in una dichiarazione che nei suoi confronti è stato aggiunto il reato di "collusione con un Paese straniero o con elementi esterni per mettere in pericolo la sicurezza nazionale" e dovrà comparire domani in tribunale.
L'arresto di agosto, insieme ai suoi due figli e a quattro collaboratori, ha visto la mobilitazione di circa 200 agenti di polizia che hanno anche fatto irruzione nella sede del tabloid alla ricerca di documenti e prove.
La legge sulla sicurezza nazionale, emanata dal Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo (l'assemblea legislativa di Pechino), è stata imposta su Hong Kong ed è entrata in vigore il 30 giugno scorso: mette al bando atti di secessione, sovversione, terrorismo e collusione con forze straniere, prevedendo anche la pena dell'ergastolo. Finora sono circa 30 le persone arrestate per la presunta violazione della legge.