Una grossa operazione dell'Interpol ha assestato un duro colpo al terrorismo nell'Africa occidentale
OUAGADOUGOU - Burina Faso, Costa D'Avorio, Mali e Niger. Sono questi i quattro paesi coinvolti nella maxi-operazione KAFO II, coordinata dall'Interpol e dall'Ufficio sulle droghe e i crimini dell'ONU tra la fine di novembre e i primi giorni di dicembre.
Le autorità hanno, nel corso di una settimana, hanno passato sotto la lente oltre 12mila tra persone, veicoli e merci - cercando riscontri nei propri database - e condotto diverse perquisizioni, infierendo un duro colpo alle reti utilizzate dai terroristi attivi nel Sahel e nell'Africa occidentale per rifornirsi di armi.
Oltre ad alcuni arresti, sono state confiscate una cinquantina di armi da fuoco, 40'593 candelotti di dinamite, 28 micce detonanti - principalmente destinate a essere utilizzate nelle miniere d'oro illegali - e 6'162 proiettili. «Il traffico di armi da fuoco è un business molto redditizio con cui vengono poi finanziate altre attività criminali», ha spiegato il segretario generale dell'Interpol, Jürgen Stock.
Non c'erano però solo armi. Le autorità hanno recuperato pure grandi quantità di cannabis, di khat, di droghe di contrabbando, oltre 60'000 litri di carburante contrabbandato - che si suppone provenisse dalla Nigeria e fosse destinato a dare ossigeno alle casse di Al-Qaeda e i suoi affiliati - così come grosse quantità di guanti monouso e disinfettanti per mani, la cui richiesta è esplosa a causa della pandemia.