Un altro episodio che ricorda quello di Moria, avvenuto a settembre
SARAJEVO - Un vasto incendio è scoppiato oggi nel campo per migranti di Lipa, venti chilometri distante da Bihać, nel nordovest della Bosnia-Erzegovina al confine con la Croazia. Nel darne notizia, i media locali affermano che ad appiccare il fuoco sono stati gli stessi migranti che hanno dato alle fiamme le tende del campo dopo la notizia che tale struttura verrà chiusa. L'incendio si è sviluppato poco dopo la visita al campo da parte di rappresentanti dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim).
Nel campo di Lipa sono ospitati 1'200 migranti, ed era previsto il loro temporaneo trasferimento nell'altro campo di Bira, nel centro di Bihać, per consentire i lavori di ristrutturazione e adattamento di Lipa alle condizioni invernali e farne un Centro d'accoglienza stabile.
La popolazione di Bihać è tuttavia fortemente contraria alla riapertura del campo Bira, chiuso nelle scorse settimane per problemi di ordine pubblico e per le continue lamentele degli abitanti insofferenti per furti e episodi di violenza attribuiti ai migranti. Anche ieri vi sono state proteste da parte della popolazione locale.
La situazione ricorda il recente incendio al campo di Moria, quando i migranti presenti hanno protestato contro le misure anti-coronavirus.
Per i migranti di Lipa, rimasti senza un rifugio, si prospetta una notte all'aperto e al freddo invernale, e come loro al freddo restano altri 1'500 profughi presenti nella zona.