Lunedì è previsto il secondo incidente probatorio relativo al crollo del manufatto
GENOVA - «Tutto poteva essere evitato e invece Autostrade per l'Italia ha ancora la gestione della rete autostradale. Ma in tutti questi anni lo Stato dov'era?». A dirlo è Emmanuel Diaz, fratello di Henry, una delle 43 vittime del ponte Morandi.
Emmanuel non ha mai perso una udienza del primo incidente probatorio e sarà in aula anche nel secondo che inizierà lunedì, nella tensostruttura allestita nell'atrio del tribunale per rispettare le norme anti Covid.
«Questa a cui stiamo assistendo è la lotta tra l'Italia sinonimo di mafia e quella onesta. Siamo finiti in una vicenda in cui in un paese del 'primo mondo' c'è una società a cui è stato permesso di stare al di sopra dello Stato».
«Tutti erano a conoscenza delle mancate manutenzioni, la famiglia Benetton lo sapeva. E le amministrazioni locali che hanno fatto? Anni d'incuria e menefreghismo hanno permesso alla società di fregarsene delle manutenzioni e delle vite degli altri. Anche dentro lo Stato non c'è mai stata una azione per tutelare la rete autostradale», prosegue DIaz.
«Io sarò presente a tutte le udienze - conclude il giovane - è un dovere. Perché più passa il tempo e più aumenta il dolore perché sento sempre di più l'assenza di mio fratello».