Le sue richieste di far intervenire uno specialista di salute mentale sarebbero state «ignorate»
NEW YORK - La madre della bambina di 9 anni, protagonista di un presunto caso di uso ingiustificato della forza da parte della polizia a Rochester, nello Stato di New York, accusa gli agenti di aver gestito l'episodio nel modo sbagliato.
La donna, Elba Pope, ha dichiarato al Washington Post di aver implorato l'intervento di uno specialista di salute mentale, preoccupata per quello che sembrava un episodio psicotico acuto e del tutto simile a un altro che la piccola aveva già subito mesi fa. Richieste del tutto «ignorate», a suo dire, dagli agenti che hanno bloccato la bimba mettendole le manette ai polsi e usando lo spray al peperoncino. In un'altra intervista la donna ha dichiarato che la figlia è tornata a casa il giorno successivo all'incidente, dopo essere stata sottoposta a un controllo in ospedale e di temere le conseguenze del trauma subito. La piccola, a suo dire, ora ha paura della polizia e seguirà una terapia.
La 30enne e i suoi legali hanno fatto sapere di aver intenzione di fare causa alla città di Rochester per «disagio emotivo, aggressione, percosse, uso eccessivo della forza, arresto e detenzioni ingiustificati», oltre ad altre potenziali violazioni dei «diritti costituzionali» della bambina. «Questo non è il primo incidente in cui Rochester ha gestito male persone che hanno avuto una crisi di salute mentale», ha affermato uno degli avvocati che si occupando del caso, con riferimento alla vicenda di Daniel Prude, afroamericano di 41 anni morto soffocato durante un intervento di polizia.
Il sindaco di Rochester ha promesso un «cambiamento» nel dipartimento di polizia cittadino e uno degli agenti coinvolti è stato sospeso, mentre altri due sono stati posti in congedo amministrativo. In una conferenza stampa indetta qualche giorno fa il capo della polizia aveva difeso i suoi uomini, affermando che volevano solamente «proteggere» la bambina.