Entrambi, rimasti feriti lo scorso 6 gennaio, ritengono l'ex presidente responsabile per aver incitato i rivoltosi
WASHINGTON D.C. - Nuova tegola giudiziaria all'orizzonte per Donald Trump. Due agenti di polizia del Campidoglio americano hanno fatto causa all'ex presidente degli Stati Uniti per le ferite riportate durante gli scontri dello scorso 6 gennaio al Congresso.
L'accusa mossa a Trump dai due poliziotti è quella di aver contribuito a incitare la folla ed entrambi chiedono un risarcimento danni di almeno 75mila dollari.
Nel dettaglio, secondo quanto riportato nelle carte, l'agente Sydney Hemby ha detto di essere stato «sbattuto contro le porte» d'ingresso del Campidoglio, di essere stato «bersagliato da uno spray chimico» e di aver perso sangue dal volto. Il suo collega, l'agente James Blassingame, è stato invece sbattuto contro una delle colonne dell'edificio, riferisce la CNN, rimediando così lesioni alla testa e alla schiena. A queste si aggiunge poi un'ulteriore componente psicologica.
Nelle carte i due agenti hanno parlato di assoluto terrore, ricordando i momenti in cui si sono trovati sovrastati dalla folla e incapaci di aiutare i colleghi che si trovavano a loro volta bersagliati. L'agente Blassingame in particolare ha riportato un disturbo post-traumatico, dicendo di essere «perseguitato» dal ricordo e le percezioni di quei momenti.