Il sito "Everyone’s Invited" ha già dato voce a oltre 6'000 denunce di abusi
Tra le situazioni più ricorrenti ci sono anche il revenge porn, la divulgazione di foto intime a scopo di ricatto e i casi di bullismo.
LONDRA - La terribile vicenda di Sarah Everard, giovane donna rapita e uccisa da un ufficiale della polizia metropolitana, ha scosso nel profondo la coscienza civile inglese. Manifestazioni di protesta e solidarietà alla famiglia sono sorte spontaneamente e in migliaia sono state le persone, tra cui la duchessa di Cambridge Kate Middleton, che si sono recate a rendere omaggio alla vittima nel parco di Chapman Common dove la ragazza è scomparsa.
Il 3 marzo scorso, Sarah, giovane direttrice marketing di una agenzia di media digitali, si reca a far visita a degli amici nel quartiere Clapham, a sud di Londra. Un quartiere illuminato e molto frequentato, in cui ci si sente, o per lo meno ci si dovrebbe sentire, sicure a girare la sera da sole. Verso le 21 la Everard, decisa a tornare a casa a piedi, attraversa il parco Clapham Common, seguendo il percorso più lungo ma più illuminato e frequentato. Strada facendo chiama anche il compagno, trattenendosi con lui un quarto d’ora prima di sparire nel nulla.
La scomparsa di Sarah
L’ultima sua immagine è quella ripresa da una telecamera di sorveglianza, poi più nulla. Sarah non farà mai ritorno a casa ed il suo corpo fatto a pezzi verrà ritrovato, dentro una borsa, il 9 marzo in una zona boscosa della città di Ashford, nel Kent. Dell’omicidio è accusato Wayne Couzen, agente di polizia del Comando di protezione parlamentare e diplomatica, addetto alla sorveglianza delle sedi diplomatiche a Londra. «Il nostro compito è pattugliare le strade e proteggere le persone» ha dichiarato il capo della polizia metropolitana Dame Cressida Dick ed invece Sarah è stata uccisa proprio da chi avrebbe dovuto proteggerla. Questo efferato omicidio ha portato nuovamente alla ribalta il dramma, tutto femminile, di non potersi sentire al sicuro in nessun luogo e circostanza.
Sarah Everard aveva infatti seguito alla lettera tutte le indicazioni che vengono di solito fornite alle donne per non incappare in brutti incontri e subire violenza nei luoghi pubblici eppure ha incontrato comunque il suo aguzzino, travestito, perdipiù, da poliziotto. La vicenda della Everard ha dato vita ad un nuovo "#metoo" di denuncia delle violenze ed abusi sessuali subiti dalle donne nel corso della propria vita. Quanto accaduto alla giovane vittima, infatti, rimarca con chiarezza che non esiste un posto sicuro per le donne, né le strade trafficate di Londra, né, come si vedrà, gli istituti scolastici, seppure prestigiosi del Regno Unito. La polizia, infatti, sta conducendo delle indagini su numerosi casi di violenza sessuale segnalati online, in forma anonima, sul sito "Everyone’s Invited", fondato nel giugno dello scorso anno da Soma Sara, una giovane neolaureata dell’University College di Londra, con la volontà di denunciare la "cultura dello stupro" ancora imperante nelle scuole del Regno Unito.
Everyone’s Invited dà voce a oltre 6'000 denunce
La ragazza era stata vittima di violenza sessuale all’Università e aveva avuto l’idea di aprire uno spazio pubblico di condivisione in cui chiunque potesse parlare della propria esperienza in merito. Nacque così "Everyone’s Invited" che registra episodi sempre più numerosi di misoginia, molestie e discriminazioni. Le denunce fino ad ora raccolte sono oltre 6 mila e parlano di revenge porn, foto intime fatte girare per ricattare la vittima, bullismo e misoginia. In molti racconti un ruolo di rilievo lo riveste l’alcol e l’abuso che se ne fa nelle feste studentesche. Molte volte la vittima di violenza viene fatta ubriacare e poi violentata senza che possa poi ricordare con lucidità quanto accadutole.
Dopo il recente scandalo che l’ha investita a seguito dell’uccisione di Sarah Everard, la polizia ha voluto dimostrare di prendere molto sul serio le denunce anonime comparse sul sito ed ha iniziato a svolgere indagini su un centinaio di casi di violenze e abusi sessuali subiti in diverse scuole del Paese. Molte di queste sono istituti molto prestigiosi, come Sherborne, Westmister ed Eton dove hanno studiato, fra gli altri, l’attuale Primo ministro Boris Johnson ed il Principe William. Alla Highgate School, famosa scuola privata londinese, le lezioni sono state sospese per una settimana dopo che è stato pubblicato online un dossier contenente oltre 200 testimonianze di violenze e abusi subiti da studenti ed ex studenti. Le accuse vanno dagli incontri coercitivi, contatti indesiderati e molestie verbali fino alle violenze sessuali e attacchi sessuali criminali.
Non solo donne
La maggior parte delle denunce proviene da ragazze ma sono molti anche i ragazzi che denunciano casi di violenza e sessismo. È il caso del Dulwich College, prestigioso collegio londinese fondato nel 1619 in cui si sono formati scrittori del calibro di P.G. Wodehouse, Raymond Chandler ed il fautore della Brexit Nigel Farage. In questo caso è stato uno studente a far luce su decine di casi di maschilismo, sessismo e violenze sessuali. Giornalmente le denunce raccolte dal sito "Everyone’s invited" sono andate ad aumentare e sono comparse denunce di persone sempre più giovani, persino un bambino di 9 anni, e, anche se in percentuale minore, di persone adulte. «Questo dimostra che si tratta di un problema universale - ha dichiarato la fondatrice del sito e attivista Soma Sara alla BBC - perché c’è stato un chiaro aumento dei casi e delle fasce di età e popolazione».
I dati pubblicati dall’Office of National Statistics britannico hanno mostrato che le donne di età compresa tra i 16 ed i 19 anni sono state le vittime più comuni di violenza sessuale in Inghilterra ed in Galles, seguite dalle ragazze di età compresa tra i 20 ed i 24 anni. Le statistiche mostrano che le donne appartenenti ad etnie miste hanno maggiore probabilità di essere aggredite. Secondo un nuovo sondaggio condotto da Plan International UK, il 58% delle ragazze tra i 14 ed i 21 anni, sono state pubblicamente molestate nel loro ambiente di apprendimento. Lo scandalo delle scuole inglesi si allarga sempre più così come era successo, nel 2015, nei college americani dove i dati ufficiali dicevano che una studentessa su cinque era stata vittima di violenze sessuali. Una percentuale così impressionante da aver indotto la Casa Bianca a rivedere le leggi in materia e pubblicare, ad inizio anno scolastico, l’elenco, stato per stato, dei college in cui si registravano il maggior numero di casi di violenza.
Da vittime a "colpevoli"
La "rape culture", la cultura dello stupro, contro cui ci si sta scagliando con forza è quella che colpevolizza la vittima invece che condannare il carnefice. Anche in Inghilterra, le autorità scolastiche, nella maggior parte dei casi, si sono affrettate ad insabbiare i casi di violenza per mettere a tacere lo scandalo che poteva nascere e salvaguardare il buon nome dell’istituto scolastico. Sono gli stessi insegnanti che cercano di scoraggiare gli studenti dal fare denuncia e gli scolari che lo fanno sono appena il 5%. Tra le tante testimonianze raccolte vi è anche quella di un album, che girava impunemente in una classe, di foto di studentesse nude. Quando fu scoperto vennero punite le ragazze ritratte nell’album e non i suoi creatori. Qualcosa però si è effettivamente mosso: scuole, funzionari locali e nazionali stanno avviando delle indagini ed il governo ha incaricato un ente educativo di revisionare immediatamente le politiche di salvaguardia nelle scuole pubbliche come in quelle private.
Secondo il segretario all’Istruzione Gavin Williamson le testimonianze raccolte sono «scioccanti e orrende e nessuna scuola dovrebbe essere un luogo in cui i giovani non si sentono sicuri». Anche il leader del Consiglio dei capi della Polizia nazionale ha dichiarato alla BBC «abbiamo un vero problema qui» ribadendo la gravità della situazione. Eppure proprio la Polizia ed il suo operato è sotto la lente di ingrandimento dell’interesse generale e si assiste ad un netto calo della fiducia nei confronti delle forze di polizia in Uk. Il giornale The Observer ha pubblicato una lista di nomi di poliziotti appartenenti a Scotland Yard, la forza di Polizia operante nell’area della Grande Londra, nei cui confronti sono state raccolte pesantissime accuse di cattiva condotta sessuale: uno di loro avrebbe avuto rapporti sessuali con una vittima di stupro ed un altro avrebbe aggredito una sopravvissuta ad abusi domestici. Rimane ancora tanto da fare per smantellare alla base la cultura dello stupro, diffusa ovunque nel mondo.