Secondo alcuni aborigeni, il Duca di Edimburgo sarebbe «il figlio dalla pelle bianca di una divinità delle montagne»
Oltre alle condoglianze offerte alla famiglia Reale, sull'isola sono in corso numerose cerimonie celebrative in suo onore.
ISOLA DI TANNA - La morte di Filippo. La fine della vita di un principe. Per alcuni, addirittura, quella di un dio. È così per gli aborigeni dell’Isola di Tanna, Repubblica di Vanuatu, uno Stato insulare situato a largo dell’Australia, in pieno Oceano pacifico.
In questo minuscolo territorio, distante oltre 15mila chilometri da Londra, i villaggi di Yakel e Yaohnanen formano il cosiddetto Movimento del principe Filippo, un culto spirituale che considera il Filippo, Duca di Edimburgo, come un essere divino.
In seguito alla morte del principe, deceduto lo scorso venerdì a 99 anni, queste popolazioni stanno tendendo delle speciali cerimonie per ricordarlo, riporta l’agenzia stampa Reuters. La scorsa domenica il capo del gruppo indigeno ha offerto le sue condoglianze alla famiglia reale inglese: «La connessione tra il popolo dell’isola di Tanna e quello inglese è molto forte», ha aggiunto.
Il Movimento del Principe Filippo, che sembrerebbe essere nato negli anni ‘60, si basa sull’idea che il principe sia in realtà originario dell’isola, parte del popolo di Tanna. Questa credenza è nata da una leggenda locale riguardante il figlio di pelle chiara di un dio delle montagne da loro adorato. Costui sarebbe partito all'estero in cerca di una donna ricca e potente da sposare, il che ha portato la popolazione di Vanuatu, a quel tempo colonia anglo-francese, a credere che si trattasse proprio di Filippo.
Per onorare il culto, gli isolani, che vivono in una società primitiva ai margini della società, formulavano delle preghiere a lui rivolte e chiedevano la sua benedizione per le loro coltivazioni di banane.
Nel quadro di una docu-serie prodotta da un’emittente britannica, nel 2007 cinque membri del culto hanno persino avuto occasione d'incontrare Filippo al Castello di Windsor, nonché di fargli dei regali e chiedergli quando avesse intenzione di tornare a Tanna. Negli anni il principe ha poi mantenuto una corrispondenza attiva con gli aborigeni, inviando loro foto di sé stesso in posa con i loro doni.