Kim Potter avrebbe scambiato il taser con la pistola, colpendo mortalmente il ragazzo.
MINNEAPOLIS - Omicidio colposo di secondo grado. È questa l'accusa rivolta all'agente Kim Potter, che domenica ha ucciso il ventenne afroamericano Daunte Wright a Minneapolis. Lo ha fatto sapere la procura ad alcuni media americani. La donna è stata arrestata e trasferita in prigione.
Secondo il codice penale del Minnesota, il reato di "manslaughter" si configura quando una persona «crea rischi irragionevoli e coscientemente corre il rischio di causare la morte o il grave ferimento di qualcuno».
La donna avrebbe scambiato il taser con la pistola, colpendo mortalmente il ragazzo.
I disordini in città sono proseguiti per tre notti nella città di Minneapolis, già protagonista della morte di George Floyd quasi un anno fa.
Potter rischia una pena massima di dieci anni e una multa di 20'000 dollari.
L'agente, di 48 anni, era entrata nel corpo di polizia di Brooklyn Center nel 1995 a 22 anni. Dopo i fatti di domenica è stata posta in congedo amministrativo, e si è dimessa ieri.
Secondo il codice penale del Minnesota, il reato si configura quando una persona "crea rischi irragionevoli e coscientemente corre il rischio di causare la morte o il grave ferimento di qualcuno".