Oltre cento feriti e 50 arresti negli scontri tra estremisti ebrei e palestinesi
GERUSALEMME - La tensione è alle stelle a Gerusalemme con incidenti, tra i più violenti da anni, che hanno rialzato l'allarme. Epicentro è stata la Porta di Damasco, nella parte est della città, dove si sono affrontati ultranazionalisti ebrei e palestinesi. Poi questi ultimi contro la polizia, presa a sassate. Alla fine la Mezzaluna Rossa ha contato 105 feriti tra i palestinesi. La polizia ha riferito di almeno 20 dei suoi agenti colpiti, e le persone arrestate tra i manifestanti sono oltre 50.
Nel mezzo, durante questi giorni, una serie di aggressioni a singoli cittadini, ebrei o arabi. Gli estremisti ebrei, in gran parte dei gruppi Lehavà e Familia, hanno indetto una manifestazione - in cui più volte si è levato lo slogan «Morte agli arabi» - dopo che video sui social, soprattutto TikTok, hanno diffuso immagini di aggressioni nei giorni precedenti ad ebrei ortodossi e non solo. Al tempo stesso altri video hanno mostrato attacchi contro palestinesi.
Da giorni era palpabile la tensione in città, le cui serate sono state segnate da scontri tra palestinesi e forze dell'ordine. Uno dei motivi più immediati è stato attribuito dai media alle barriere poste dalla polizia - per regolare il passaggio - sulle gradinate della Porta di Damasco in modo da impedire alle persone di sostare. Il luogo, da sempre nei giorni di Ramadan, è il ritrovo preferito dei palestinesi che si incontrano alla fine della festa. Ma la situazione è aggravata dalle proteste dei rioni arabi come Sheik Jarrah, dove alcune famiglie sono minacciate di sfratto.
I fatti hanno suscitato forti reazioni: a cominciare dal presidente palestinese Abu Mazen - insieme alla Giordania - secondo cui «gruppi di estrema destra incitano a uccidere gli arabi» con «la protezione dell'esercito e della polizia israeliani».
L'ambasciata degli Usa, in un raro intervento, si è detta «profondamente preoccupata per gli incidenti degli ultimi giorni». «Speriamo - ha aggiunto - che tutte le voci responsabili favoriscano la fine dell'istigazione, il rispetto per la salvezza e la dignità di ognuno in città».
Lo stesso ha fatto il sindaco di Gerusalemme Moshe Lion: «Sono impegnato in un dialogo con i rappresentanti dei rioni arabi. Parliamo con i moderati di entrambe le parti perché influenzino gli estremisti».
Il ministro per la sicurezza interna Amir Ohana (Likud) ha preannunciato l'arrivo in città di «altre unità» di polizia per mantenere l'ordine e «difendere l'incolumità e la sicurezza di tutti i cittadini rispettosi della legge».