Il 25enne fu inseguito e ammazzato a colpi d'arma da fuoco nel febbraio 2020 mentre faceva jogging
L'atto di accusa della giustizia federale americana ipotizza i reati di crimine d'odio e tentato sequestro.
WASHINGTON D.C. - Fu crimine d'odio e tentato sequestro. Così si è pronunciato, come riferisce oggi la stampa americana, un gran giurì federale sull'omicidio di Ahmaud Arbery, il 25enne afroamericano inseguito e ucciso a colpi d'arma da fuoco nel febbraio del 2020 in Georgia, mentre stava facendo jogging.
Nell'atto d'accusa federale si legge che i tre sospetti - Travis McMichael (35 anni) suo padre Gregory McMichael (65 anni) e William Bryan Jr. (51 anni) - presero le proprie armi, salirono a bordo del veicolo e si misero ad inseguire il giovane jogger per le strade del quartiere di Brunswick, tentando di tagliargli la strada. Il tutto incorniciato da urla, insulti e minacce con le armi puntate. Nel documento viene esplicitamente affermato che a determinare le azioni dei tre sospetti «fu la razza» del loro "bersaglio".
Tra i capi d'accusa viene inoltre precisato come i tre i sospetti abbiano tentato «di sequestrare e imprigionare illegalmente Arbery». L'inseguimento era finalizzato a «bloccarlo, impedirne qualsiasi libertà di movimento e trattenerlo contro la sua volontà, impedendo una sua fuga». Il quarto e il quinto capo d'accusa indicano inoltre che durante il «crimine d'odio» il 35enne Travis McMichael ha maneggiato, utilizzato e sparato con un fucile a pompa Remington, mentre suo padre aveva tra le mani un revolver Magnum calibro .357.
Il processo statale
Per tutti e tre i sospetti sono state formulate - in un processo statale separato - anche le accuse di omicidio "con malizia" (un reato espressamente previsto nello Stato della Georgia), omicidio volontario, aggressione aggravata e detenzione illegale. La data per il processo di fronte alla giustizia dello Stato non è ancora stata fissata.