La Marcia delle bandiere è stata annullata come gesto di protesta, con migliaia di persone già in cammino
TEL AVIV - Hamas ha lanciato un ultimatum a Israele: c'è tempo «fino alle 18 (ora locale, le 17 in Svizzera) per far uscire i suoi soldati e i suoi coloni dalla Moschea Al Aqsa e dal rione di Sheikh Jarrah e di rilasciare chi è stato arrestato in questi giorni». Abu Odeiba, portavoce dell'ala militare del gruppo palestinese, ha aggiunto: «Siete stati avvertiti». Le milizie palestinesi sarebbero riunite in una sala di comando unificato, secondo siti web locali.
La prima conseguenza pratica è la modifica delle rotte di volo sul territorio israeliano, ha riferito Channel 12. Secondo l'emittente pubblica Kan, ci si sta preparando alla possibilità che questa sera il territorio israeliano possa essere colpito da razzi lanciati dalla Striscia di Gaza. La città costiera di Ashkelon ha aperto i rifugi antimissili in vista di possibili attacchi nelle prossime ore.
Appena dopo la scadenza dell'ultimatum le sirene antimissile sono risuonate nell'area di Gerusalemme. Testimoni affermano di aver sentito delle esplosioni. L'esercito israeliano ha confermato che i sistemi di allerta sono stati attivati a Gerusalemme, Ashkelon e Beit Shemesh. Almeno sette razzi sono stati lanciati verso Israele e uno di essi è stato intercettato dai sistemi di difesa aerea. Un razzo anticarro è stato sparato verso Israele e avrebbe ferito lievemente un civile che si trovava all'interno della sua auto.
La risposta israeliana
I media palestinesi riferiscono che le forze aeree israeliane hanno condotto azioni contro bersagli nella Striscia di Gaza, in risposta ai lanci di razzi. Il ministero della Salute di Gaza ha parlato di nove morti, inclusi tre bambini.
Il caso della Marcia delle bandiere
La Marcia delle bandiere, programmata per il pomeriggio odierno a Gerusalemme, è stata annullata dagli organizzatori mentre migliaia di persone si sono già messe in cammino.
Gli organizzatori, dopo gli scontri delle scorse ore sulla Spianata delle Moschee, che hanno causato centinaia di feriti, hanno ceduto la responsabilità dell'evento alla polizia. Non è chiaro, scrive The Times of Israel, se i partecipanti siano consapevoli di ciò che sta avvenendo.
Circa un'ora fa si era tenuto un vertice al quale hanno partecipato il primo ministro Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa Benny Gantz, il capo della sicurezza interna, della polizia e il consigliere per la Sicurezza nazionale israeliano. La decisione era stata la seguente: niente passaggio della Marcia delle bandiere attraverso la porta di Damasco e il quartiere musulmano della Città Vecchia di Gerusalemme, per non esasperare ulteriormente gli animi. Il ritiro degli organizzatori sarebbe un segnale di protesta contro la decisione governativa.
Timori di escalation
Netanyahu ha convocato in queste ore il Consiglio di difesa del governo israeliano. C'è il concreto timore che le violenze che si sono verificate possano dare il via a un'escalation a Gaza, e non solo. Sempre in quest'ottica è stata temporaneamente sospesa l'esercitazione "Carri di fuoco". Il Capo di Stato maggiore Aviv Kochavi ha ordinato alle unità di «concentrarsi sui preparativi per far fronte a scenari di escalation».
Il sostegno della Turchia e dell'Egitto ai palestinesi
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha parlato telefonicamente con il presidente palestinese Abu Mazen e con Ismail Haniyeh, il leader di Hamas. «La Turchia farà tutto ciò che è in suo potere per mobilitare il mondo interno, e soprattutto il mondo islamico, per fermare il terrorismo e l'occupazione di Israele. La Turchia continuerà a sostenere la causa palestinese, a stare al fianco dei fratelli palestinesi e a proteggere la dignità di Gerusalemme».
Anche il ministero degli Esteri egiziano ha «condannato con la massima fermezza» quanto successo la scorsa notte, «sottolineando la necessità per Israele di assumersi la responsabilità di questi sviluppi rapidi e pericolosi, che lasciano prevedere nuove tensioni e un'escalation».