È successo ai 422 lavoratori della Gkn Driveline. Il sindaco di Firenze: «È uno scandalo nazionale»
FIRENZE - Un fulmine a ciel sereno ieri per i 422 dipendenti della Gkn Driveline di Campi Bisenzio, alle porte di Firenze. L'annuncio della procedura di licenziamento collettivo è arrivato via e-mail, in una giornata di chiusura dello stabilimento a causa del blocco della produzione per la mancanza di componenti. Il provvedimento colpisce 355 operai, 67 impiegati, 16 quadri e quattro dirigenti, tutti a tempo indeterminato.
I lavoratori, riferiscono i media locali, una volta appresa la notizia si sono radunati davanti ai cancelli dell'azienda, allestendo un presidio permanente che è continuato nella notte. Alcuni hanno dormito su sedie a sdraio, mentre qualcosa da mangiare è stato portato dal circolo Arci di Sesto Fiorentino.
La multinazionale britannica, attiva nella produzione di ricambi per auto, ha motivato i licenziamenti con la crisi del settore automobilistico. «Si stima» scrive l'azienda nella missiva inviata ai dipendenti «che nel 2025 la produzione di veicoli leggeri non supererà un milione di veicoli leggeri in Italia, livello inferiore di circa il 6% rispetto a quello addirittura dell'anno 2016». Nello stabilimento toscano si prevede nel 2025 «una flessione del 48% del fatturato rispetto ai livelli 2019 ante pandemia», scendendo a 71 milioni di euro.
La notizia ha scatenato la dura reazione anche del mondo sindacale e politico locale. Dario Nardella, sindaco di Firenze, ha tuonato: «Non esiste, questo è uno scandalo nazionale. Non si chiudono gli stabilimenti con i lanci d'agenzia. Non si mandano a casa 422 lavoratori da un giorno all’altro. Gkn verrà immediatamente convocata e intanto siamo presenti con i nostri rappresentanti istituzionali ai cancelli di Campi Bisenzio per unirci alla protesta dei dipendenti».
«È un comportamento vigliacco, senza rispetto per le persone e per il territorio. Una modalità banditesca della gestione dei rapporti che condanniamo senza appelli» ha dichiarato il segretario regionale della Fim Cisl, Alessandro Beccastrini. «È un enorme danno sociale ed economico, con conseguenze nefaste per tutto l'indotto» ha aggiunto Daniele Calosi, segretario generale della Fiom Cgil di Firenze e Prato.