Le ultime trattative tra governo e Regioni sono in corso. Il "premier" Mario Draghi parlerà stasera.
La linea che emerge in queste ore: una dose di vaccino per accedere ai luoghi chiusi, due per le situazioni che prevedono assembramenti. Il certificato dovrebbe essere rilasciato anche a chi ha ricevuto solo la prima dose, ma sarà poi necessario effettuare il richiamo.
ROMA - Sarà necessario esibire il "green pass" per potersi prendere un caffè al bar? In Italia una decisione in merito, ispirata alla via "francese", è attesa per oggi. A rivolgere lo sguardo su Roma in queste ore non sono però solamente i cittadini italiani, ma anche tanti ticinesi, curiosi (o ansiosi) di sapere se le nuove disposizioni varate dal Consiglio dei ministri avranno ripercussioni sulle proprie vacanze. E non solo.
Ristoranti, basta la prima dose
Si va dalla "rituale", per molti, serata sushi nei ristoranti di confine, alla spesa del weekend nei centri commerciali italiani. Due attività (al chiuso) che potrebbero essere vincolate a breve al certificato Covid. Due aspetti su cui il governo italiano nei giorni scorsi non ha però espresso una chiara unanimità. La linea che emerge questa mattina dai quotidiani italiani è che, inizialmente, sarà sufficiente aver ricevuto la prima dose di vaccino per accedere a tutti i luoghi al chiuso.
Dove invece ci sarà il rischio di assembramenti - aerei inclusi - sarà necessario aver completato la vaccinazione. Non è chiaro al momento come queste disposizioni si applicheranno nei confronti dei certificati rilasciati all'estero.
A restare invece fuori dal decreto, per ora, sono i trasporti pubblici locali. Il rinvio alla seconda metà di agosto è dettato dalle tempistiche dato che il governo vuole introdurre il pass obbligatorio al più presto. Le possibili date cerchiate sul calendario sono due: lunedì 26 luglio o quello successivo, il 2 agosto. La conferma arriverà in serata, quando è prevista una conferenza stampa del presidente del Consiglio, Mario Draghi.
Trattative in corso su fasce e parametri
La cabina di regia è stata convocata questa mattina a Palazzo Chigi per tracciare un ultimo quadro della situazione, raccogliendo quei dettagli che saranno poi tradotti nel decreto che il Consiglio dei ministri sarà chiamato finalmente ad approvare. I motivi dell'impasse sono legati alle trattative serrate tra Roma e i presidenti delle Regioni sui nuovi parametri di calcolo delle fasce di rischio. Nel dettaglio, spiega il Corriere della Sera, per i governatori i criteri stabiliti dal governo per la fascia gialla - soglia del 5% delle terapie intensive occupate e del 10% per le ospedalizzazioni - sono eccessivamente rigidi. E per questa mattina è attesa la controproposta.
Un altro punto di discussione, come detto, è poi il rilascio della certificazione "green" anche a chi non ha ancora completato il ciclo vaccinale. In tal senso, le Regioni hanno già dato il nullaosta sull'obbligo del pass in zona bianca, a patto che il rilascio del pass sia garantito anche a chi deve ancora completare il ciclo vaccinale. La "conditio sine qua non" che sarà inserita nel decreto dovrebbe quindi essere quella di effettuare il richiamo del vaccino. In caso contrario il pass non sarà più valido.