Il monitoraggio della Fondazione Gimbe parla chiaro, ma i numeri non sono ancora allarmanti
ROMA - Anche in Italia - come in Germania, ad esempio - le cifre legate alla pandemia sono in continuo rialzo, tanto che gli esperti non si nascondono più: «Di fatto siamo entrati nella quarta ondata». A dare una certificazione numerica a un trend che è diventato facilmente percepibile è la Fondazione Gimbe, che monitora in maniera indipendente l'andamento del contagio fin dalle sue prime battute.
Le cifre - Con riferimento alla settimana 21-27 luglio l'aumento dei nuovi casi è stato del 64,8% (31'963 contro 19'390) e quello delle persone in isolamento del 42,9% (con un incremento di oltre 20mila unità). Le occupazioni dei riparti ordinari sono salite del 34,9% (oltre 400 casi in più) e anche nelle terapie intensive c'è un 14,5% di pazienti in più rispetto alla settimana precedente. I livelli non sono ancora di allarme (l'occupazione in area medica è al 3% su scala nazionale e al 2% nelle terapie intensive), ma danno l'idea di come la variante Delta si stia diffondendo sul territorio italiano.
«Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva continuano lentamente a crescere: la media mobile a sette giorni è di 14 ingressi quotidiani rispetto ai 10 della settimana precedente» ha spiegato Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe. Gli fa eco la collega Renata Gili: «Dopo i primi segnali di risalita registrati la scorsa settimana si conferma un lieve incremento dei ricoveri che documentano l'impatto ospedaliero dell'aumentata circolazione virale».
«L'evidenza dell'efficacia della vaccinazione» - Uno scenario più ampio è quello tracciato dal virologo Fabrizio Pregliasco. Intervistato per Cusano Italia Tv, ha dichiarato: «Di fatto siamo nella fase crescente dell'epidemia. Avendo riaperto più tardi siamo un po' indietro rispetto alla Gran Bretagna e altri Paesi europei, ma lo scenario che vedremo sarà il medesimo». In questa fase «stiamo già vedendo crescere l'occupazione dei posti letto nei reparti e nelle terapie intensive, però abbiamo l'evidenza anche in Italia dell'efficacia della vaccinazione nell'evitare soprattutto le forme più gravi. Il 99% dei decessi da febbraio a oggi sono di soggetti non vaccinati o vaccinati con una singola dose». Pregliasco poi aggiunge: «Il vaccino non copre completamente dall'infezione, solo nell'88% garantisce di evitare l'infezione, che comunque nei vaccinati decorre in maniera sostanzialmente asintomatica».