Due civili e due membri delle forze dell'Emirato islamico sono stati uccisi a Jalalabad.
JALALABAD - Ancora sangue nell'Afghanistan avvitato in una spirale di violenza che sembra destinata inevitabilmente a crescere. L'ultimo attacco in ordine di tempo è avvenuto a Jalalabad, già teatro qualche giorno fa di altri attentati.
Almeno quattro persone, secondo Tolo news, sono state uccise in un attacco nella città dell'est del Paese. A quanto riferito da funzionari talebani, i morti sono due civili e due membri delle forze dell'Emirato islamico. Secondo diversi media internazionali tra le vittime c'è anche Sayed Maroof Sadat, giornalista ed ex portavoce della Direzione per l'agricoltura del Nangarhar, la regione al confine con il Pakistan insanguinata dagli attacchi dell'Isis-Khorasan. Tra i feriti ci sarebbe anche il figlio di Sadat che, secondo altre fonti, sarebbe invece tra i morti.
Si sa ancora poco sulla dinamica dell'attacco. Bilal Karimi, uno dei vice del portavoce ufficiale dei talebani Zabihullah Mujahid, ha detto che l'esplosione ha colpito un veicolo delle forze dell'Emirato islamico e che poco dopo sono arrivati sul posto rinforzi che hanno iniziato un'operazione di ricognizione e di bonifica a seguito della quale è stato scoperto un nascondiglio di membri dell'Isis. Alcuni sono stati uccisi, altri arrestati, ha spiegato Bilal.
Non ci sono state rivendicazioni, ma l'ipotesi più verosimile è che si tratti dell'Isis-Khorasan che già il 18 e il 19 settembre aveva rivendicato tramite il suo organo di propaganda Amaq la paternità di una serie di attentati, sei, "contro i combattenti talebani a Jalalabad" provocando, secondo Amaq «oltre 35 morti e feriti», molti meno secondo i bilanci ufficiali.
Ad essere presi di mira erano stati veicoli talebani di pattuglia e un raduno di miliziani. E le immagini di quei giorni, che mostravano un pick-up con una bandiera bianca dell'Emirato in mezzo ai detriti sono l'istantanea dello scontro che vede da una parte il ramo afghano dell'organizzazione terroristica, dall'altra i nuovi padroni del Paese. Entrambi sunniti e intransigenti ma ferocemente nemici con l'Isis-Khorasan che accusa gli studenti coranici di essere venuti a patti con gli occidentali.
Sempre l'Isis-Koharasan era dietro la strage del 26 agosto all'aeroporto di Kabul durante l'evacuazione degli stranieri dalla capitale afghana mentre migliaia di persone tentavano di lasciare il Paese con uno dei ponti aerei.
Anche ieri un attentato aveva colpito Charikar, nella provincia di Parwan, a nord di Kabul. Una situazione di instabilità che aggrava sempre di più la situazione di migliaia di persone in fuga da scontri e attentati e costrette a vivere in campi di fortuna privi di tutto. L'ultima, agghiacciante, testimonianza arriva da Tolo News: una donna afghana sfollata dalla provincia di Baghlan, nel nord, ha venduto per l'equivalente di 300 euro il suo bambino di un anno e mezzo per comprare le medicine all'altra figlia di 13 anni malata.