La donna è stata sentenziata al carcere a vita, seppur la difesa chiedesse l'assoluzione in quanto «non colpevole»
Il processo della tragedia che ha scosso l'intera Germania è durato 20 giorni, con l'ascolto di oltre 40 testimoni
SOLINGEN - Un crimine atroce, l'uccisione di cinque bambini di età compresa tra uno e otto anni.
È ciò di cui si è macchiata una 28enne di Solingen, città nell'ovest della Germania, che è stata oggi condannata all'ergastolo durante un processo che ha riscosso un'ampia eco mediatica in tutto il Paese. La Corte ha ascoltato più di 40 testimoni in 20 giorni di processo, come riportato dal quotidiano tedesco Spiegel.
Secondo il tribunale regionale di Wuppertal, la colpa della donna è «particolarmente grave», ciò che sembra escludere che la donna possa venir mai rilasciata dal carcere.
«Drogati e poi uccisi»
Gli infanticidi hanno avuto luogo nell'appartamento della donna il 3 settembre del 2020. Secondo l'accusa, i bambini - tre figlie femmine e due figli maschi - sarebbero stati drogati (addormentati) e poi uccisi nella vasca da bagno. A seguito di alcuni dettagli emersi, i corpi dei bimbi erano poi stati avvolti in asciugamani e posati sui loro letti. L'unico a salvarsi, un ragazzo undicenne che si trovava a scuola nel momento del crimine.
Poco dopo, la 28enne ha tentato il suicidio saltando davanti a un treno a Düsseldorf, ma è sopravvissuta. In seguito a una testimonianza, il piccolo 11enne superstite ha dichiarato che la madre aveva chiesto anche a lui di buttarsi con lei sotto il treno.
«Nessun disturbo mentale»
La difesa aveva invece chiesto l'assoluzione, in quanto l'imputata sosteneva che fosse stata una terza persona ad introdursi nel suo appartamento, legarla, e uccidere i suoi figli. Tuttavia, non è stato possibile trovare alcuna prova a sostegno di questa tesi
Alcuni esperti psichiatrici e psicologici nominati dal tribunale hanno poi confermato che l'imputata era pienamente capace di commettere il crimine, aggiungendo di non aver trovato alcuna prova di un grave disturbo mentale.
Quale può essere il movente di una tale efferatezza? Secondo i giudici, un mix di «delusione, rabbia e disperazione» poiché il concetto di una vita in famiglia ideale le è improvvisamente svanito davanti gli occhi. La consapevolezza che era arrivata una nuova donna nella vita del marito separato aveva poi rappresentato per l'imputata una «considerevole umiliazione», e il «mondo di facciata» che si era ricostruita dopo la separazione con il marito è andato in frantumi, con «i bambini che sono diventati per lei inutili».