Le misure del governo «sono una sommatoria di pannicelli caldi», secondo Nino Cartabellotta, che invoca più telelavoro
ROMA - Al crescere dei nuovi casi di Covid-19 in Italia «non corrisponde un parallelo incremento dei ricoveri», ma «con questo tasso di crescita dei casi rischiamo comunque d'intasare gli ospedali perché si può arrivare a due milioni di positivi». Così Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, che analizza settimanalmente la situazione nella vicina Penisola. «Tutte le misure messe in campo finora dal governo italiano - ha affermato - sono una sommatoria di pannicelli caldi che non riescono a rallentare la circolazione del virus».
«Abbiamo una quantità enorme di casi, mai vista - prosegue Cartabellotta - tanto che molti hanno definito la Omicron come il virus più contagioso della storia e i numeri che stiamo vedendo lo dicono chiaramente in questo senso. Abbiamo in media mobile circa 100mila casi al giorno». E avere 100mila persone positive al giorno significa che «1100 vengono ricoverate in area medica e 120 in terapia intensiva». L'andamento attuale «sicuramente è dovuto all'aumento delle dosi booster e ci auguriamo anche alla minore virulenza della variante Omicron».
Se la congestione degli ospedali italiani è «meno veloce, però comunque l'impatto c'è e con questo tasso di crescita rischiamo di arrivare a due milioni di positivi e se anche il tasso dei ricoveri fosse l'1% avremmo 20 mila persone in ospedale». Bisogna dunque provare ad abbassare la circolazione del virus. In primis, per Cartabellotta, «bisogna limitare i contatti sociali, magari incrementando lo smart working».
👉#vaccinatevi e fate #terzadose
— Nino Cartabellotta (@Cartabellotta) January 2, 2022
👉Usate solo #mascherine #FFP2 nei luoghi chiusi
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