Dopo l'intesa nella maggioranza, siglata nel pomeriggio anche da Draghi, il sì dell'interessato. Si vota dalle 16.30
ROMA - Dopo tante fumate nere in una settimana di votazioni in cui gli schieramenti non sono riusciti a trovare un candidato forte, l'Italia pare aver trovato un nuovo presidente... in quello vecchio, ovvero Sergio Mattarella.
Dovrebbe, infatti, tornare a essere presidente della Repubblica proprio chi aveva più volte ribadito la sua intenzione di non voler più ritornare per un secondo mandato di 7 anni.
Un'eventualità, questa, che si era fatta ormai certezza oggi pomeriggio quando il presidente aveva incontrato i capigruppo della maggioranza, confermando la sua intenzione a mettersi a disposizione ma non prima di un lungo colloquio con il premier Draghi.
La svolta era arrivata questo venerdì, quando la votazione pomeridiana aveva portato allo stesso Mattarella ben 300 voti che nella prima votazione di oggi erano diventati 387 (comunque non abbastanza).
A far si che Mattarella diventasse la carta su cui puntare, una riunione della maggioranza tenutasi a ridosso del mezzogiorno che ha ufficializzato la decisione di «convergere su Mattarella», come avrebbe chiesto lo stesso Draghi ai leader di partito.
Il primo (di una fila abbastanza lunga a giudicare dai vari post su Twitter di diversi esponenti della maggioranza) ad attribuirsi il merito della nomina-bis di Mattarella è stato Matteo Salvini: «Se dobbiamo andare avanti altri giorni a dire e raccogliere dei no sarebbe più serio chiedere al presidente Mattarella l’impegno e il sacrificio di restare al Quirinale».
Questo anche se Salvini (e altri) avevano puntato molto forte su altri nomi che però non avevano superato la soglia di sbarramento. Per molti, quello di Mattarella, è chiaramente un Piano B d'emergenza in un momento d'imbarazzo per la maggioranza.
Una rielezione che a una parte della destra suona come un voltafaccia della Lega, estremamente critica sulla scelta Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia), con parole che sanno di quella rottura che era nell'aria già da tempo.
Il partito, scrive Meloni, «vuole salvare la faccia a quelle decine di milioni di italiani che votano centrodestra. Hanno barattato il Quirinale per 7 mesi di stipendio. Il centrodestra ora va rifondato da capo».