Una ricerca giapponese: «BA.2 va monitorata più da vicino ed è necessario un nuovo metodo di test per rilevarla»
TOKYO - Omicron due. Versioni contrastanti. Una nuova ricerca mette sul tavolo dubbi e considerazioni sulla "sorellina" della variante emersa per la prima volta in Sudafrica. Secondo lo studio, non ancora sottoposto a revisione, BA.2 potrebbe rivelarsi più pericolosa di Omicron e causare decorsi simili a tutte le versioni del virus che si sono diffuse finora nel mondo.
Mentre diversi Paesi prendono fiato e abbandonano le misure, una ricerca arrivata dal Giappone mette in guardia dalla sottovariante che è già diventata dominante in 10 nazioni, quali Bangladesh, Cina, India, Montenegro, Nepal, Pakistan, Filippine, Brunei e Danimarca.
In particolare, il Paese del Nord Europa, che è stato tra i primi ad annullare totalmente le restrizioni, da qualche giorno a questa parte, secondo l'Oms e i dati riportati giornalmente, sta assistendo a un aumento di decessi e ospedalizzazioni. Il 31 gennaio registrava 17 decessi, due settimane dopo 44. Nello stesso periodo, da 944 ricoveri si è passati a 1'447 totali.
Tuttavia le autorità sanitarie nazionali precisano che non tutte le morti e le ospedalizzazioni sono causate dal Covid. Indicano che è necessario fare una distinzione, in quanto dei pazienti possono arrivare per motivi che non riguardano il virus e risultare positivi al tampone, ma questo non è per forza la causa di ricovero o decesso.
I risultati di uno studio preliminare, pubblicato su Biorxiv, vogliono mettere sull'attenti la comunità scientifica. Come riporta la Cnn, la ricerca indica che BA.2 potrebbe avere caratteristiche che la rendono capace di causare malattie gravi quanto le varianti precedenti di Covid-19, inclusa Delta. Viene sottolineato che sfugge ai vaccini ed è resistente ad alcuni trattamenti, tra cui l'anticorpo monoclonale sotrovimab, utilizzato in pazienti dai 12 anni in su che hanno un rischio maggiore di sviluppare dei decorsi gravi.
Secondo Kei Sato, ricercatore dell'università di Tokyo e che ha condotto lo studio, è necessario monitorare più da vicino questa variante, che descrive come invisibile, in quanto non è possibile individuarla nei PCR. Per questo motivo andrebbero sviluppati dei nuovi metodi di test.