Cosa sta accadendo in Ucraina? Oggi dai canali statali di Mosca viene raccontata una storia di pace e liberazione.
I media a conduzione del Cremlino spendono toni celebrativi per «l'intervento militare» nel Donbass. Di guerra non si parla. E neanche di Ucraina.
MOSCA / KIEV - Cambiano i toni e le parole. Se dai nostri televisori questa mattina risuonano voci che parlano apertamente di guerra - dopo l'ennesima escalation delle ultime ore, con l'ordine del presidente russo Vladimir Putin che ha dato carta bianca al via delle operazioni militari nell'Ucraina dell'est -, su uno sfondo di esplosioni e fumo nero, così non è invece nei salotti russi, dove l'umore emanato dagli schermi ha un colore decisamente più vicino a quello del successo che alla tragedia.
In primis, come detto, ci sono le parole, che hanno un loro peso. I canali televisivi a conduzione del Cremlino parlano infatti di «intervento militare» nel Donbass. Non si parla di guerra. E si cerca di non nominare troppo neanche l'Ucraina. Le immagini trasmesse sono prevalentemente quelle delle città di Lugansk e Donetsk, mentre il resto dei bombardamenti (e le vittime) che sono stati segnalati nel resto dell'ex repubblica sovietica non trovano spazio nella cronaca dei corrispondenti di Mosca.
«Mentre i carri armati attraversano i confini ed entrano in Ucraina a nord, est e sud di Kiev, sul canale "Rossija 24" (che trasmette aggiornamenti 24 ore su 24, ndr.) si legge la seguente didascalia: "I neo-nazionalisti ucraina sono in attesa del momento ideale per colpire la Russia"»; riferisce dalla capitale russa un corrispondente del quotidiano britannico "The Guardian". «I russi che guardano il telegiornale - spiega - potrebbero pensare che la situazione sia perlopiù circoscritta alle regioni in cui si combatte da otto anni. E mentre ci sono cittadini russi che hanno manifestato un certo sgomento di fronte all'attacco, vediamo cronisti e direttori dei canali statali russi che invece stanno sinceramente apprezzando questo momento».
Già ieri, mentre le frequenze dell'Occidente erano ben sintonizzate sui suoni delle sirene e delle esplosioni, a cui facevano eco le condanne e l'annuncio delle sanzioni da parte della comunità internazionale, i media russi iniziavano a tratteggiare una cornice del tutto diversa, presentando - come scrive l'Associated Press - l'intervento come «un'operazione di salvataggio» per quelle regioni devastate dalla guerra «per mano dell'Ucraina». Un momento «storico». «La Russia ora difenderà il Donbass» e «voi pagherete con il vostro sangue il tormento inferto in questi otto anni». Un quadro che ritrae Mosca con le vesti della salvatrice dell'Ucraina dell'est.
Alla firma del decreto, lunedì sera, con cui ha riconosciuto l'indipendenza delle due repubbliche separatiste, Putin si era detto subito «positivo» sul fatto che i cittadini russi avrebbero sostenuto la sua decisione. A quegli stessi cittadini, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rivolto ieri un disperato appello, parlando in russo. Un appello «non da presidente, ma da cittadino dell'Ucraina». «Vi hanno detto che questo è un piano per liberare l'Ucraina», ma «gli ucraini sono un popolo libero». E, ha aggiunto, l'Ucraina che viene mostrata in Russia e quella reale «sono due Paesi del tutto diversi». «Non vogliamo la guerra, ma se saremo attaccati ci difenderemo. E mentre ci attaccherete vedrete la nostra faccia. Non le nostre spalle».