Maksim Zhorin, ai vertici del battaglione Azov, è sicuro che il referendum russo a Lugansk «sarà fasullo»
ODESSA - «Non c'è alcun legame tra noi e il movimento nazista. Il nostro scopo è salvare l'Ucraina e la sua integrità. Putin usa la sua propaganda per chiamarci nazisti per trovare un pretesto per uccidere gli ucraini». È quanto sottolinea in un'intervista all'agenzia italiana Ansa Maksim Zhorin, terzo comandante della brigata Azov, attualmente operativo nell'Oblast di Kiev.
«Ad Irpin in questi due giorni gli attacchi sono diminuiti, abbiamo distrutto alcuni tank russi e li abbiamo buttati nel fiume. Ora sono lì, assieme ai pesci», racconta Zhorin, tra i massimi esponenti del battaglione Azov e tra i combattenti che, nel 2014, cacciarono i russi da Mariupol. A proposito della situazione nella città portuale, dove ci sono migliaia di combattenti del battaglione Azov, Zhorin sottolinea: «In città vivono ormai poche persone ma la città è sotto il controllo ucraino. Quando nel 2014 abbiamo vinto è stata una vergogna per Putin e ora ciò potrebbe riaccadere».
Zhorin, in merito al referendum che Putin vuole tenere a Lugansk, ha le idee chiare: «Sarà fasullo. I russi conteranno i voti di cui hanno bisogno. Ho vissuto 18 anni lì, conosco la verità».