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COLOMBIAArrestato il boss, il Cartello si prende tutte le strade del nord della Colombia

09.05.22 - 09:40
L'azione dimostrativa dei narcotrafficanti mette in crisi circa un terzo del Paese e nemmeno l'esercito può fare granché
AFP
Arrestato il boss, il Cartello si prende tutte le strade del nord della Colombia
L'azione dimostrativa dei narcotrafficanti mette in crisi circa un terzo del Paese e nemmeno l'esercito può fare granché

MEDELLIN - Auto in fiamme, posti di blocco armati sulle strade e popolazione minacciata affinché resti a casa, così un clan del narcotraffico colombiano da quattro giorni si è preso le strade di un'intera provincia per protestare contro l'espatrio di uno del suo boss, Dario Antoni "Otoniel" Usuga. Bogotà, riportano diversi media internazionali, ha deciso di schierare l'esercito con decine migliaia di militi, ma al momento non sembra che basti.

Un regime di terrore che si protrae dallo scorso giovedì, in diversi dipartimenti nel nord della Colombia dopo che gli Stati Uniti sono riusciti a estradare la testa del Clan del Golfo, una delle maggiori personalità del narcotraffico colombiano paragonato a gente del calibro di Pablo Escobar ed El Chapo.

Chiusi i negozi, chiuse le scuole e i servizi, in alcuni casi chiusa anche l'acqua e l'elettricità: «Non c'è modo di sapere quanto potrà andare avanti», ha commentato al Guardian un abitante della città di Apartadó che conta 200mila anime, «aspetteremo e vedremo come andrà».

«Siamo noi i prigionieri, non Otoniel», ha commentato un altro civile che ha voluto rimanere anonimo residente nel dipartimento di Córdoba, «non si muove nemmeno un'ambulanza, è un caos silenzioso». Una situazione, questa, resa ancora più insostenibile in un'economia particolarmente povera - e basata sul lavoro di sussistenza - come quella colombiana.

L'arresto del narcotrafficante da parte delle autorità colombiane e americane, avvenuto dopo 7 anni di caccia all'uomo, è stato fortemente mediatizzato. Con il passaggio di potere nelle mani dei due luogotenenti (conosciuti con i soprannomi di Gonzalito e Chiquito Malo è però esplosa la rabbia distruttrice.

Per le sue azioni di pressione si stima che il Cartello abbia schierato circa 2'000 miliziani in circa 90 città e 11 dipartimenti (dei 32 di cui conta la Colombia). Il numero di vittime è ancora incerto, stando al quotidiano colobiano El Espectador almeno 12 persone sarebbero state «uccise in maniera selettiva». Si stima che le automobili e i camion bruciati siano nell'ordine delle centinaia.

Al momento, conferma il ministro della Difesa colombiano Diego Molano, sul terreno sarebbero già schierati 50mila soldati dell'esercito, ai quali se ne aggiungeranno altri 2'000 questa settimana. Circa 200 miliziani del cartello sono invece finiti in manette.

La Gang del Golfo, spiega la BBC muove dal 30 al 60% della cocaina colombiana ed è uno dei maggiori cartelli del narcotraffico al mondo. 

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