Un coordinatore umanitario è riuscito a stipulare un accordo con i ribelli Huthi. Ora servono solo 80 milioni di dollari
SAN'A' - Una donazione da 80 milioni potrebbe salvare otto milioni di persone. Ci sarebbe un accordo tra le parti, per lo svuotamento della nave mercantile abbandonata dal 2017 e che ha nella pancia 1,1 milione di barili di petrolio.
Le Nazioni Unite hanno organizzato una Conferenza dei Paesi donatori per risolvere la crisi umanitaria dello Yemen. Si svolgerà questo mercoledì e l'obiettivo è raccogliere 80 milioni di dollari al fine di prevenire la fuoriuscita di 1,1 milioni di barili di greggio che impedirebbe a otto milioni persone di accedere all'acqua potabile e alla loro principale fonte nutritiva, ossia il pesce.
Da sei mesi a questa parte si sono tenuti dei negoziati, che secondo il coordinatore umanitario per lo Yemen David Gressly sono sfociati in un accordo tra i Paesi sostenitori dell'Arabia Saudita e gli Huthi, i ribelli che tengono la nave sotto assedio e che ne reclamano la merce a bordo come propria.
Se la raccolta fondi dovesse andare buon fine, il greggio verrà scaricato e trasferito dalla Fso Safer, alla costa occidentale dello Yemen - sotto controllo dei ribelli. Quindi, entro 18 mesi, verrebbe acquistata una nave mercantile per gli Huthi, dove verrebbero infine immagazzinati gli 1,1 milioni di barili. Infine, la Fso Safer verrebbe rimorchiata e venduta. Le operazioni, consiglia Greenpeace, riportato dal Guardian, dovrebbero cominciare prima del mese di ottobre, o il tempo non sarà favorevole.