Ma nessuna per Boris Johnson, l'inchiesta però è tutt'altro che conclusa
LONDRA - Sono salite a 100, rispetto alle 50 note fino al mese scorso, le multe inflitte finora dalla polizia britannica nell'ambito delle indagini sui ritrovi organizzati fra il 2020 e il 2021 a Downing Street e in altri edifici ministeriali in sospetta violazione delle restrizioni Covid imposte all'epoca dallo stesso governo di Boris Johnson e allora in vigore nel Regno Unito.
Lo ha reso noto Scotland Yard in un breve comunicato d'aggiornamento sui progressi dell'inchiesta, informando che altre 50 ammende sono state formalizzate dal 12 aprile ad oggi, ma senza precisare se riguardino solo funzionari o anche politici.
Più tardi, nel briefing di giornata, un portavoce del governo britannico ha puntualizzato ufficialmente che fra i multati di questa seconda infornata non c'è Boris Johnson (come precedentemente aveva invece sostenuto la BBC); e non c'è neppure Simon Case, segretario generale di Downing Street e funzionario più alto in grado nella gestione dello staff del primo ministro.
L'inchiesta di polizia - che riguarda in totale almeno 12 ritrovi sospetti - non è comunque terminata. Così come non sono state ancora rese pubbliche le conclusioni della parallela indagine amministrativa interna affidata dallo stesso governo sullo scandalo Partygate a un team guidato dalla funzionaria Sue Gray.