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STATI UNITIStrage in Texas, una bambina tentò di chiamare la polizia

25.05.22 - 15:38
Cominciano ad emergere i primi nomi e le prime storie delle vittime della sparatoria di Uvalde
AFP
Fonte ats
Strage in Texas, una bambina tentò di chiamare la polizia
Cominciano ad emergere i primi nomi e le prime storie delle vittime della sparatoria di Uvalde

UVALDE - A poche ore dalla strage della scuola elementare di Uvalde, in Texas, iniziano a circolare i nomi e le storie delle vittime del massacro compiuto dal 18enne Salvador Ramos. L' ennesima Spoon River di una sparatoria americana. 

Xavier Lopez aveva 10 anni e qualche ora prima del massacro sua madre era con lui a scuola per una premiazione. Eliahana Torres, anche lei di 10 anni, non voleva andare a scuola il giorno della strage ma alla fine i genitori l'hanno convinta a non saltare le lezioni.

«Garcia era il bambino più dolce che abbia mai conosciuto», ha detto il nonno distrutto dal dolore.

I genitori di Makenna Elrod avevano un brutto presentimento dopo la notizia della strage: «non riusciamo a trovarla, stiamo già andando alle pompe funebri», aveva scritto il padre Brandon poco prima che un amico di famiglia, padre di una compagna di Makenna, gli confermasse la sua morte.

Di Jose Flores, che lascia due fratelli e una sorella, ha parlato lo zio Christopher Salazar: «era un ragazzino molto felice. Gli piaceva andare a scuola e giocare a baseball. Amava entrambi i genitori... e amava ridere e divertirsi». Martedì, poche ore prima della sparatoria, Jose aveva ricevuto un premio per i suoi voti. «Era molto intelligente», ha aggiunto.

Intanto, si è appreso che Amerie Jo Garza, una delle vittime della sparatoria in Texas, ha provato a chiamare il 911 (il numero di emergenza) quando ha visto il killer. «L'uomo armato è entrato e ha detto ai bambini 'state per morire'», ha raccontato la nonna. «Amerie ha preso il suo telefono e ha chiamato i servizi di emergenza. Lui le ha sparato», ha riferito. Angel Garza, suo padre, ha scritto su Facebook: «grazie a tutti per le preghiere e per l'aiuto che mi avete dato nella ricerca di mia figlia. È stata trovata. Il mio piccolo amore ora sta volando con gli angeli in alto. Per favore, non date un secondo della vita per scontato. Abbracciate la vostra famiglia. Dite loro che li amate. Ti amo Amerie Jo. Proteggi il tuo fratellino per me».

A fermare il killer un agente speciale dell'immigrazione
A uccidere il killer della scuola elementare di Uvalde, in Texas, è stato un agente della Bortac, la Border Patrol Tactical Unit divisione dell'autorità di frontiera americana specializzata nel rispondere a minacce terroristiche di tutti i tipi. L'agente, riporta Fox, si trovava nell'area nell'ambito di un'operazione contro il contrabbando illegale di immigrati negli Stati Uniti quando è scattato l'allarme. Intervenuto subito, l'agente è riuscito a fermare i killer pur restando lievemente ferito. Intanto, le due agenzie funebri di Uvalde copriranno i costi dei funerali di coloro che sono stati uccisi nella strage alla scuola elementare Robb, in Texas. In un post su Facebook, l'Hillcrest Memorial Funeral Home ha dichiarato: «Ci riuniremo come comunità ora nel momento del bisogno», si legge in un post delle pompe funebri Hillcrest. In aiuto alle famiglie delle vittime è stato anche creato un fondo per fare delle donazioni.

Armi acquistate legalmente
Secondo l'Abc, che cita fonti di polizia, il killer della scuola elementare del Texas ha acquistato legalmente le armi usate nella strage, due fucili sul modello d'assalto AR, nell'ultima settimana, in coincidenza del suo compleanno. Non solo foto di armi. Il killer ha postato sui social anche immagini di abusi su animali. Stando a Abc, il giorno prima della strage il diciottenne ha detto sulla piattaforma social di video Yubo: «aspettate fino a domani..,»

Un milione di armi registrate in Texas
Il Texas nel 2021 contava su un milione di armi registrate, il numero maggiore negli Stati Uniti e più di quelle della Florida e della Virginia, che sono rispettivamente al secondo e terzo posto nella classifica statunitense. Lo riporta Houston Chronicle, sottolineando che dal 2018 il Texas vanta il primato per il maggior numero di morti in sparatorie di massa. Il quotidiano punta il dito quindi contro Greg Abbott, il governatore repubblicano del Texas alleato di Donald Trump. Grazie a lui, scrive, lo stato ha una delle leggi sulle armi «più inette, irresponsabili e pericolose del paese». Abbott è atteso per partecipare venerdì alla convention annuale della National Rifle Association, in calendario a Houston.

«È più facile ottenere una pistola che il latte in polvere»
Negli Stati Uniti «è più facile ottenere una pistola che il latte in polvere», ha dichiarato neanche troppo ironicamente Damion Lee, il giocatore di basket dei Golden Gate Warriors, in riferimento alla sparatoria e alla crisi del latte in polvere, introvabile negli Usa tanto da costringere l'amministrazione a doverlo importare.

«Non si può dire di essere 'pro-vita' e sostenere leggi che consentono ai bambini di essere uccisi nelle scuole, e ai fedeli nei loro luoghi di culto. È idolatria della violenza e deve finire», ha affermato dal canto suo la deputata star dei democratici, Alexandria Ocasio-Cortez, intervenendo sulla sparatoria nella scuola elementare del Texas. Il riferimento di Ocasio-Cortez, la pasionaria liberal, è alla stringente legge sull'aborto varata dal Texas da legislatori repubblicani "pro-vita" che però, a suo avviso, sostengono leggi sulle armi facili.

«Non servono maggiori controlli sulle armi»
I controlli più stringenti sulle armi non sono la risposta alla violenza negli Stati Uniti. Quello che serve è una maggiore sicurezza armata nelle scuole. Lo afferma il senatore repubblicano del Texas Ted Cruz. «Le precedenti esperienze ci insegnano che per tenere al sicuro i nostri ragazzi quello che serve è la sicurezza armata sui campus», spiega Cruz. «Inevitabilmente quando ci sono episodi» come la strage nella scuola elementare del Texas «si cerca di politicizzarli. I democratici e i media sono coloro che come soluzione immediata puntano a limitare i nostri diritti costituzionali» di avere un'arma, aggiunge Cruz.

 
 

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