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UCRAINALuoghi di salvezza ma anche roccaforti che rallentano il nemico: le fabbriche-bunker in Ucraina

26.05.22 - 18:04
Prima la Azovstal a Mariupol, ora la Azot di Severodonetsk
AFP
L'assedio a Severodonetsk.
L'assedio a Severodonetsk.
Fonte Ats Ans
Luoghi di salvezza ma anche roccaforti che rallentano il nemico: le fabbriche-bunker in Ucraina
Prima la Azovstal a Mariupol, ora la Azot di Severodonetsk

MARIUPOL - I loro sotterranei promettevano salvezza, affondati come sono dietro strati di cemento armato e barriere di metallo. Meglio delle metropolitane e più dei bunker privati, dovevano essere i rifugi migliori, fortezze pressoché inviolabili. Non a caso, a Mariupol come a Severodonetsk, hanno finito per accogliere parte delle nomenklature cittadine, la popolazione più legata alle autorità militari e civili: quando sarebbero arrivate le bombe, lì speravano di essere al sicuro. Ma proprio la loro impenetrabilità, le difficoltà per entrarvi ma anche uscirne, hanno finito per trasformarle in target privilegiati.

Azot come Azovstal - In queste ore, si delinea sempre più come un destino parallelo quello dell'Azovstal e dell'Azot, le due fabbriche fiori all'occhiello dell'industria ucraina: stabilimento siderurgico l'uno, chimico l'altro, diventati obiettivi dello stesso, implacabile furore degli attacchi nemici.

Per settimane, l'acciaieria di Mariupol è stata il simbolo della resistenza all'invasione russa. Circondati da oltre 20 mila soldati, sotto bombardamenti costanti, i combattenti dell'esercito ucraino - reggimento Azov in testa - l'hanno difesa accogliendo centinaia di civili, donne e bambini anche neonati, che Mosca ha etichettato come 'scudi umani'. Evacuati loro, per le truppe asserragliate l'alternativa rimasta al massacro era solo la resa.

Nell'Azot non è ancora chiaro se si siano nascosti anche militari ucraini, per provare magari a replicare a Severodonetsk il modello Mariupol: una città sotto assedio, di fatto in mani nemiche, tranne per il perimetro della fabbrica-fortino, con la funzione d'impantanare il nemico, se non proprio sconfiggerlo, favorendo così la riorganizzazione delle truppe di difesa. Del resto, i paragoni tra Mariupol e la città del Lugansk, chiave per il controllo dell'intera regione, sono da giorni sulla bocca delle autorità ucraine.

Il ruolo - Per dimensioni e caratteristiche, Azot potrebbe certo giocare un ruolo simile. Con un territorio stimato in sei km quadrati e capace di accogliere prima del conflitto seimila lavoratori, nata in epoca sovietica e oggi parte dell'impero del discusso oligarca ucraino Dmytro Firtash, è tra le industrie chimiche più grandi d'Europa, con una produzione di milioni di fertilizzanti all'anno per l'agricoltura.

All'inizio del conflitto, proprio per evitare rischi d'incidenti in caso di attacchi, ha sospeso le attività, svuotando le riserve di ammoniaca. Convertita in bunker, è da giorni nel mirino dei raid russi. Che però, proprio come l'Azovstal, vorrebbero prenderla senza distruggerla, per tornare poi a utilizzarla.

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