Cerca e trova immobili

STATI UNITIGli agenti federali erano davanti alla scuola elementare di Uvalde un'ora prima dell'irruzione

27.05.22 - 18:45
Lo riferiscono due fonti informate al quotidiano New York Times
keystone-sda.ch / STR (AARON M. SPRECHER)
Fonte Ats Ans
Gli agenti federali erano davanti alla scuola elementare di Uvalde un'ora prima dell'irruzione
Lo riferiscono due fonti informate al quotidiano New York Times

UVALDE - Gli agenti federali della Border Patrol Tactical Unit erano arrivate davanti alla scuola elementare di Uvalde, in Texas, un'ora prima di quando poi sono riuscite effettivamente a entrare, ma sono state bloccate dalla polizia locale. Lo riferiscono due fonti informate al quotidiano New York Times.

Gli agenti speciali sono arrivati dal confine con il Messico tra le 12.00 e le 12.10, quindi circa mezz'ora dopo che Salvador Ramos aveva fatto irruzione nella Robb Elementary, ma non sono entrati prima delle 13.00, hanno sottolineato le fonti senza tuttavia spiegare perché le squadre della Border Patrol Unit non siano state fatte entrare prima nell'edificio. Solo a quell'ora gli agenti del team tattico federale hanno neutralizzato Ramos.

Sparati almeno 100 colpi - Salvador Ramos ha sparato almeno 100 proiettili: lo ha riferito in una conferenza stampa Steven McCraw, capo del Dipartimento di pubblica sicurezza del Texas.

La porta della scuola dalla quale è entrato Ramos è stata aperta da un'insegnante che aveva sentito il rumore di un incidente, ha spiegato McCraw. Prima di entrare nella Robb Elementary per compiere la strage, Ramos infatti era finito in un fosso con il suo camioncino. Il rumore ha allertato l'insegnate e due impiegati di un'agenzia funebre lì vicino che sono usciti. Ramos è uscito dal furgone armato e ha sparato ai due senza colpirli, l'insegnante è tornata nella scuola e ha chiamato il numero di emergenza 911 lasciando la porta aperta. Oltre alla maestra, anche molti bambini hanno chiamato il numero. 

McCraw ha definito «una decisione sbagliata» quella delle forze dell'ordine di non sfondare la porta della classe dove il killer stava sparando agli alunni. Il comandante che ha preso la decisione di non fare irruzione in classe pensava che «non ci fossero bambini a rischio». «Ovviamente sbagliava», ha aggiunto il colonnello McGraw. Alla domanda se pensasse di dovere delle scuse ai genitori delle piccole vittime ha risposto: «Se pensassi che possa aiutarli, chiederei scusa».

Testimonianza di un bambino sopravvissuto - Intanto, a tre giorni dalla strage cominciano a parlare anche i bambini sopravvissuti alla sparatoria. Samuel Salinas, di dieci anni, si è dato per morto dopo che schegge dei proiettili sparati dalle armi automatiche dello sparatore Salvador Ramos lo hanno raggiunto a una gamba.

Il bambino è rimasto immobile per terra e così - ha detto oggi all'emittente televisiva statunitense Abc - molti altri suoi compagni di classe. Un cellulare nel banco di una compagna ha cominciato a suonare: mentre la ragazzina cercava di fermarlo, Samuel ha sentito nuovi spari. Poi è arrivata la polizia. «Ho visto i corpi delle maestre e degli altri bambini. C'era sangue per terra e c'erano bambini coperti di sangue».

Nella ricostruzione di Samuel Salinas, Ramos ha fatto irruzione in classe e ha chiuso la porta gridando: «Morirete tutti». Tutti gridavano. «Prima ha ucciso le maestre, poi i miei compagni», ha ricordato il bambino che a un certo punto ha visto lo sparatore che puntava su di lui, ma fortunatamente una sedia ha bloccato il proiettile e lui è stato colpito solo di striscio. Dal giorno della strage Samuel ha incubi ricorrenti. Non vuole più tornare a scuola e neache vedere i suoi compagni per timore che il traumi di quei momenti di terrore riaffiorino.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE