Secondo una glaciologa austriaca il rischio di ulteriori crolli nelle prossime settimane è elevato. Chiusa la montagna
TRENTO - Il recupero dei corpi a fine estate. Tre persone risultano ancora disperse dopo il crollo di domenica della Marmolada, due sarebbero state identificate nel pomeriggio. Diverse centinaia di resti umani sono state individuate, ma le condizioni meteorologiche e ambientali mettono in difficoltà le ricerche e, per questioni di sicurezza, i soccorritori non possono effettuare ricognizioni via terra.
Stando a un'intervista rilasciata al quotidiano Dolomiten dalla glaciologa austriaca Andrea Fischer, si potrà proseguire al recupero dei corpi delle vittime solo tra qualche mese, quando gran parte del ghiaccio finito a valle si sarà sciolto. Un duro colpo per le famiglie che aspettano i risultati dell'analisi del Dna dei 220 resti umani ritrovati da droni ed elicotteri sulla superficie delle 260 tonnellate di detriti che si sono schiantate la scorsa domenica su numerosi escursionisti.
I lavori di soccorso sono inoltre resi difficoltosi dal fatto che, afferma sempre la glaciologa, c'è un rischio elevato di ulteriori crolli nelle prossime settimane. Motivo per cui i soccorritori non possono al momento effettuare le ricerche via terra, anche se giovedì, riporta il Corriere della sera, verrà comunque fatto un tentativo. Per lo stesso motivo, l'accesso alla montagna è stato vietato fino a data da definirsi.
Le vittime accertate della tragedia sono nove. Fino a mercoledì pomeriggio, cinque persone risultavano ancora disperse. Tutte provengono dalla regione Veneto. Il quotidiano Il Messaggero riporta i loro nomi: Erica Campagnano, Davide Miotti, Nicolò Zavatta, Emanuela Piran e Gianmarco Gallina. Due coppie e uno studente universitario di 22 anni. Nelle scorse ore è stato comunicato che almeno due alpinisti sono stati ritrovati e verrà indetta una conferenza stampa in cui saranno chiariti i dettagli.