L'imputata, una donna 33enne di professione infermiera, avrebbe usato sostanze tossiche per avvelenare i figli.
ATENE - È orrore in Grecia, dove una donna, già in carcere da aprile nella capitale Atene per l'avvelenamento della figlia di 9 anni, è ora accusata per gli omicidi delle altre due figlie di tre anni e mezzo e sei mesi, avvenuti rispettivamente nell'estate del 2019 e a marzo 2021. Lo hanno annunciato i pubblici ministeri ateniesi.
La donna, un'infermiera di 33 anni originaria della città di Patrasso, nel Peloponneso, è già stata incriminata per "omicidio volontario" dopo la morte della figlia maggiore, ricoverata più volte in ospedale prima di soccombere a fine gennaio. L'autopsia e gli esami tossicologici hanno rilevato nella vittima la presenza di ketamina, un anestetico.
Messa in un carcere di massima sicurezza alla periferia di Atene, la madre, separata dal marito, ha sempre respinto tutte le accuse, anche durante l'udienza di marzo. Dopo un'indagine, i pubblici ministeri hanno aggiunto quelle per le uccisioni delle altre due figlie.
Secondo una fonte giudiziaria, infatti, un recente rapporto del medico legale ha confermato che la morte delle due sorelle minori non era di origine naturale, ma il risultato di asfissia. Il caso ha suscitato indignazione e rabbia in tutta la Grecia, con manifestazioni in tribunale a marzo durante l'udienza e la facciata della casa della donna imbrattata dalla scritta: «Morte agli assassini dei figli». Il portavoce del governo, Yannis Economou, ha invitato la popolazione alla calma.