Gustavo Petro ha giurato davanti alla Costituzione ieri promettendo grandi cambiamenti nel Paese.
BOGOTA - Il leader della coalizione Pacto Histórico, il senatore Gustavo Petro, è stato insediato ieri a Bogotà quale nuovo presidente della Colombia, succedendo all'uscente Iván Duque per il periodo 2022-2026. Giurando nelle mani del presidente del Senato, Roy Barreras, Petro ha dichiarato: «Giuro su Dio e prometto al popolo di rispettare fedelmente la Costituzione e le leggi della Colombia».
Lo ha accompagnato come vicepresidente, dopo la vittoria nel ballottaggio del giugno scorso, la afrodiscendente Francia Márquez, 40 anni, che rappresenta il simbolo del riscatto delle popolazioni indigene colombiane che rappresentano una parte importante della popolazione, spesso la più sfavorita. In un discorso celebrativo dopo il giuramento, Barreras ha sottolineato che "per la prima vota dall'indipendenza si insedia un presidente progressista, democratico e di sinistra".
«Realizzare di cambiamenti» - Nel suo primo discorso dopo il suo giuramento Petro si è detto emozionato di «essere oggi su questa piazza vicino alla spada del Libertador Simón Bolívar, che deve restare sguainata, e rimessa nella sua custodia solo quando si sia raggiunta la pace».
«È ora del cambiamento - ha proseguito - e possiamo realizzarlo insieme e in pace, contraddicendo quelli che dicevano che mai avremmo potuto raggiungere il potere». Se abbiamo potuto raggiungere l'obiettivo della presidenza, ha ancora detto, «possiamo cercare di raggiungere un accordo di pace che metta fine a sei decadi di conflitto interno».
La commissione della verità - Petro ha quindi ricordato che la Commissione della verità che sta lavorando dopo gli Accordi di pace del 2016 «ha calcolato che il conflitto interno ha causato 800'000 morti». Noi, ha sottolineato, «vogliamo costruire un paese della vita e non della morte».
Il capo dello Stato ha rivolto un appello a tutti i gruppi armati di «accettare un cammino di dialogo e di pace in cambio di benefici da parte della giustizia». Affrontando il tema del narcotraffico, Petro ha sostenuto che «in 40 anni è morto un milione di persone in scontri armati, mentre in Nord America sono morte 70'000 persone per overdose».
La politica antidroga - Il capo dello Stato ha quindi assicurato che la politica antidroga applicata a livello internazionale fino ad oggi «è stata un fallimento» e che è giunto il momento che nelle organizzazioni internazionali si giunga a nuovi trattati riguardanti la politica di contrasto al narcotraffico.
«Dopo aver ricordato la forte ingiustizia sociale e di reddito che esiste in Colombia», Petro ha parlato della «necessità di sviluppare un'economia basata sulla produzione e su una maggiore giustizia per cui chi più possiede più paghi per aiutare quelli che hanno meno».