Era stato chiamato nell'ambito di un'indagine sulla Trump Organization in relazione a una serie di illeciti finanziari
NEW YORK - Alla fine Donald Trump si è rifiutato di rispondere sotto giuramento alle domande della Procuratrice generale di New York Laetita James. L'udienza, riportano diversi media internazionali tra i quali anche il Guardian, riguarderebbe un'indagine in corso per una serie d'illeciti relativi alla sua attività da immobiliarista.
Un procedimento, questo, del tutto estraneo a quello che è invece in corso in quel di Washington D.C. e che ha portato a un raid dell'FBI nella tenuta di Palm Beach dell'ex-presidente. In quel caso si cercavano una serie di documenti presidenziali riservati, occultati da Trump al momento di lasciare la Casa Bianca. Non è chiaro se l'azione coordinata degli agenti federali sia in qualche modo legata al processo relativo all'invasione violenta del Campidoglio del 6 gennaio.
Un nulla di fatto, quello di oggi, peraltro abbastanza scontato visti i toni utilizzati da Trump sul suo social network Truth, dove aveva chiamato James «razzista» (è la prima Procuratrice generale di colore della storia dello Stato, ndr.), e anche di «caccia alle streghe».
Al centro del caso newyorchese ci sarebbe una lunga serie di dichiarazioni fasulle riguardanti la Trump Organization e i suoi asset: fra queste la pratica di “gonfiare” in maniera importante (e fraudolenta) il loro valore dichiarato, di modo da ottenere più facilmente prestiti dalle banche.
Nell'ambito di questa indagine, negli scorsi giorni, si dice siano stati sentiti anche i due figli Donald Jr e Ivanka Trump.