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«Con la sua morte, il genocidio è completato»

BRASILE«Con la sua morte, il genocidio è completato»

30.08.22 - 12:30
Noto come "L'uomo della buca", da almeno 30 anni viveva in solitaria, ultimo sopravvissuto di una tribù perseguitata
Vincent Carelli
«Con la sua morte, il genocidio è completato»
Noto come "L'uomo della buca", da almeno 30 anni viveva in solitaria, ultimo sopravvissuto di una tribù perseguitata

BRASILIA - Sdraiato su un'amaca, ornato di piume colorate, il suo corpo in via di decomposizione. Si stima avesse circa 60 anni, l'ultimo superstite di una tribù sconosciuta, noto come "L'uomo della buca". Secondo numerose organizzazioni la sua non è solo una morte, ma la fine di un genocidio.

Viveva solo da almeno 30 anni, nell'Amazzonia brasiliana occidentale, circondata da grossi allevamenti e grandi campi agricoli. Scavava buche per nascondersi e per cacciare e a chi tentava di avvicinarsi, tirava frecce. Sin dal suo primo avvistamento da persone esterne, avvenuto nei primi anni Novanta, ha reso chiaro di non voler avere contatti con il mondo esterno.

Sulle sue abitudini, si sa ben poco. Costruiva delle capanne in paglia e canne, all'interno delle quali scavava un buco al centro, non è chiaro il motivo. Aveva diversi orti e coltivava mais, manioca, papaia e banane. Se il suo stile di vita è un mistero, poi, le sue origini sono un vero e proprio rompicapo.

Non avendo mai parlato con nessuno, non è chiaro quale lingua indigena parlasse, né a quale tribù appartenesse. Secondo il movimento mondiale per i popoli indigeni Survival International, è probabile che la sua gente sia stata sterminata da dei sicari, assoldati da colonizzatori e allevatori che sono arrivati sul territorio durante gli anni Settanta. Come spiega anche la National Indian Foundation (Funai), la tribù sarebbe stata avvelenata con del veleno per topi.

Fiona Watson, direttrice del Dipartimento ricerca e advocacy di Survival International, ha dichiarato in seguito al ritrovamento dell'uomo che «L’uomo della buca è il simbolo sia delle crudeltà e delle violenze inflitte ai popoli indigeni di tutto il mondo nel nome della colonizzazione e del profitto, sia della loro resistenza. Possiamo solo cercare di immaginare gli orrori a cui ha assistito».

Infine ha aggiunto che «con la sua morte, il genocidio del suo popolo è ora stato completato. Perché di un vero e proprio genocidio si tratta: l’eliminazione deliberata di un intero popolo da parte di allevatori di bestiame affamati di terra e ricchezza».

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