Paura e sconcerto dopo la strage dello stadio di Malang in cui sono morte almeno 125 persone e 180 sono rimaste ferite
GIACARTA - "Sampai mati": "Fino alla morte". È un coro ricorrente tra i sostenitori delle squadre calcistiche indonesiane. Un coro che la notte scorsa ha oltrepassato ogni significato allegorico per almeno 125 persone.
Dopo la strage dello stadio di Malang, nella Giava occidentale in Indonesia, avvenuta alla fine della partita disputata tra l'Arema FC e il Persebaya Surabaya, c'è chi ancora cerca un proprio caro, probabilmente calpestato dalla ressa.
Sulle tribune erano presenti 42mila sostenitori. In tremila, insoddisfatti dall'esito della partita, sono scesi in campo, chi nel tentativo di discutere con i giocatori, chi forse solo per sfogare la propria rabbia.
«Quando hanno lanciato i gas lacrimogeni, tutti si sono messi a correre, a spingere». A parlare è un 43enne, intervistato da New Delhi Television, che domenica sera si trovava allo stadio. «Non stava succedendo niente, non c'è stata alcuna rivolta. Non ho idea di quale fosse il problema, ma di punto in bianco la polizia ha cominciato a sparare. Nella folla c'erano anche bambini. Io non capisco».
Il portale di informazione Kompas ha invece raccolto la testimonianza di un 22enne. «Sono caduto e sono stato calpestato da altri sostenitori, fino a che non mi sono rotto la mano. Io mi trovavo nella tribuna orientale, insieme alla mia ragazza. Siamo scesi in campo alla fine della partita. È caduta anche lei ed è stata calpestata». Dei soccorritori sono riusciti a trarre in salvo il 22enne, ma il giovane non sa dove si trovi la sua fidanzata.
Il Washington Post riporta invece la storia di un 24enne, che ha potuto osservare dall'esterno quanto stava accadendo. Dopo i primi spari, «gli spettatori si sono messi a correre, cercavano di tornare sugli spalti, di uscire da lì. Ma alle porte si sono formati dei grossi assembramenti che hanno contribuito a generare ulteriore panico». Quando il 24enne è riuscito a lasciare lo stadio ha visto intorno a lui solo fan svenuti a terra, auto della polizia bruciate e persone insanguinate.
Un altro giovane ha perso tre amici nella ressa. All'Agenzia di stampa francese racconta: «Tutti correvano, spingevano. È stato terrificante. i miei occhi bruciavano a causa del gas. Ma sono riuscito a scavalcare la recinzione e sono sopravvissuto».
Una foto-reporter del Times, presente sul posto ha affermato che molte persone sono svenute. «Se non ci fosse stato il gas, una tale rivolta non sarebbe avvenuta. Molti stavano soffrendo anche perché non era permesso portare all'interno dello stadio delle bottiglie di acqua, che sarebbero state molto utili».
In un primo momento le autorità avevano affermato che i morti erano almeno 174. Nel pomeriggio il bilancio è stato rivisto: le persone decedute sarebbero almeno 125, mentre i feriti 180.