Lo ha reso noto la procura di Stoccolma: «Possiamo confermare che ci sono state esplosioni nella zona economica svedese»
Mentre le truppe di Kiev avanzano, ieri Vladimir Putin ha emanato un decreto che inserisce formalmente la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia nella lista degli asset federali della Russia. In serata in New York Times ha rivelato che secondo alcune sue fonti l'omicidio di Darya Dugina sarebbe stato orchestrato dal governo di Kiev. L'obiettivo era tuttavia il padre, il filosofo ultranazionalista russo Alexander Dugin.
Erdogan: «Meglio la peggior pace che la guerra»
«Una pace equa non ha perdenti. Anche la peggior pace è meglio della guerra. La Turchia parla con tutte le parti e ha la loro fiducia, purtroppo alcuni Paesi europei preferiscono la provocazione e l'escalation». Lo ha detto, soffermandosi sulla guerra in Ucraina, il presidente turco Recep Tayyp Erdogan nel corso di una conferenza stampa a Praga. (fonte ats)
L'Aiea: «Zaporizhzhia è ucraina»
L'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) considera la centrale nucleare di Zaporizhzhia come proprietà ucraina. Lo ha detto il direttore generale dell'agenzia Onu, Rafael Grossi, in un'intervista alla Reuters ripresa dalla Tass, all'indomani del decreto con cui il presidente russo Vladimir Putin ha inserito l'impianto tra gli asset della Federazione russa. Gli esperti dell'Aiea che resteranno stabilmente nella centrale nucleare ucraina per svolgere attività di monitoraggio saliranno da due a quattro, ha poi aggiunto Grossi. (fonte ats)
L’ideologo russo Dugin finisce nella lista sanzioni Ue
L'Unione europea estende le sanzioni anti-Mosca in risposta all'invasione russa dell'Ucraina anche al filosofo e politologo ultranazionalista russo Alexander Dugin. Considerato tra i principali ispiratori della politica di Vladimir Putin, Dugin è il padre di Darya Dugina, uccisa ad agosto in un attentato a Mosca. L'Ue ha deciso di inserirlo nell'elenco dei sanzionati con l'accusa di aver «giustificato ideologicamente e teologicamente l'annessione della Crimea e la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, vedendola come una 'liberazione' dell'Ucraina dall'influenza occidentale». (fonte ats)
Il bilancio della liberazione nel Kherson
«Dal primo ottobre, le forze armate ucraine hanno liberato 29 insediamenti nella regione di Kherson». Lo ha riferito il vice capo del dipartimento operativo principale dello Stato maggiore di Kiev, il generale di brigata Oleksiy Gromov, citato da Unian. «Nella direzione di Kherson, il nemico sta cercando di contrattaccare a spese delle riserve per frenare l'avanzata delle nostre truppe e ripristinare le posizioni perdute», ha aggiunto Gromov. Nelle scorse ore, l'esercito di Kiev aveva già riferito di aver ripreso nello stesso periodo più di 400 chilometri quadrati nel Kherson. (fonte ats)
Incontro Biden e Putin: «È ancora da decidere»
L'eventuale incontro tra Joe Biden e il presidente russo Vladimir Putin al G20 in Indonesia il prossimo novembre «è ancora da decidere». Lo ha detto il presidente americano rispondendo ad una domanda dei giornalisti al seguito prima di partire per New York. Sollecitato anche sulla decisione dell'Opec+ di tagliare i barili di petrolio, Biden ha affermato di non essersi pentito di essersi recato in visita in Arabia Saudita. (fonte ats)
La censura dilaga in Russia
Roskomnadzor, l'agenzia che controlla le comunicazioni in Russia, ha limitato l'accesso al sito web "Echo": un progetto portato avanti da ex dipendenti della stazione radio Ekho Moskvy (Radio Eco di Mosca). Lo fa sapere la testata online Meduza citando il canale Telegram di "Echo". Secondo il giornale, l'accesso a echofm.online è stato limitato su richiesta della procura generale russa il 5 ottobre. Il sito web di Echo aveva iniziato a funzionare in "modalità tecnica" il 3 ottobre. Radio Eco di Mosca è stata costretta a chiudere a marzo subito dopo l'inizio del conflitto in Ucraina. In Russia le autorità stanno inasprendo la censura e la repressione del dissenso, e una nuova legge "bavaglio" prevede fino a 15 anni di reclusione per la diffusione di informazioni sull'esercito che dovessero essere ritenute "false" dalle autorità, vietando di fatto di criticare l'invasione dell'Ucraina. (fonte ats)
Liberato un altro villaggio nel Lugansk
Il presidente dell'amministrazione statale regionale del Lugansk Serghei Gaidai ha annunciato che l'esercito ucraino ha liberato il villaggio di Grekovka nella regione di Lugansk. Lo riporta Ukrainska Pravda. «Grekovka è stata liberata. Continuano pesanti combattimenti per altri insediamenti della regione del Lugansk. I russi si stanno preparando per una difesa a lungo termine (scavo, estrazione di territori, creazione di riserve), ma i piani delle forze armate ucraine sono completamente diversi», ha detto. (fonte ats)
Zelensky a Praga: «Bisogna escludere la Russia»
Parlando alla platea dei 43 leader della Comunità politica europea, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sottolineato due punti chiave. «Il primo è punire l'aggressore. Rafforzare le sanzioni contro la Russia. Interrompere qualsiasi cooperazione con la Russia e le sue aziende. Escludere il Paese da tutte le organizzazioni internazionali o almeno sospendere la sua appartenenza, la sua capacità di distorcere le attività delle istituzioni internazionali, in particolare dell'Onu». «Naturalmente, per punire l'aggressore, abbiamo bisogno di un tribunale speciale per il crimine di aggressione russa contro l'Ucraina e di un meccanismo di compensazione internazionale che costringa la Russia a risarcire i danni causati», ha spiegato Zelensky. (Fonte ats)
Soldati Azov: «Hanno cercato di reclutarci»
Agenti del servizio segreto russo hanno cercato di reclutare i difensori del reggimento Azov mentre stavano lasciando lo stabilimento di Azovstal. Lo ha riferito il capo di stato maggiore del reggimento Azov, maggiore Bogdan Krotevich 'Tavr', in un briefing dei comandanti del reggimento Azov, come riportano i media ucraini. «Quando siamo usciti dall'assedio, ci volevano reclutare come unità dicendo che stavamo combattendo bene e invitandoci a distruggere insieme l'Occidente e gli Stati Uniti», ha aggiunto. (Fonte ats)
Niente giubotti per la Russia
Il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov sostiene che la Russia ha cercato di ordinare 200'000 giubbotti antiproiettile e 500'000 set di abbigliamento invernale attraverso Paesi terzi, ma la Turchia ha rifiutato. Lo riporta Ukrainska Pravda. (Fonte ats)
«Quei denti d'oro? Solo vecchie capsule»
Ha fatto il giro del mondo la notizia di «una scatola di capsule dentali d'oro», che sarebbero stati tolti a ucraini torturati o morti, trovata nel villaggio appena liberato di Pisky-Radkivski, nella regione di Kharkiv. Richiamando alla memoria l'orrore di Auschwitz. Tuttavia la vicenda non sarebbe esattamente come è stata descritta e ritwittata pure dal Ministero della difesa ucraino: quei denti, che non sarebbero neppure d'oro ma semplicemente di acciaio inossidabile, sarebbero stati rubati a un dentista locale, cioè vecchie protesi che aveva rimosso anni prima dai pazienti. La "Bild" ha incontrato il dentista del villaggio di Pisky-Radkivski e secondo la sua ipotesi a rubare i denti sarebbero stati i russi pensando che fossero effettivamente d'oro vero, o forse per intimidire gli ucraini. (fonte ats)
Nord Stream, in Svezia crescono i sospetti su un «grave sabotaggio»
La procura di Stoccolma ha reso noto che i sospetti di «grave sabotaggio» alle linee del gasdotto Nord Stream si sono rafforzati. E intanto ha revocato il blocco intorno alle perdite di gas nel Mar Baltico. In un comunicato - citato dai media svedesi - è stato reso noto che la polizia di sicurezza ha condotto le indagini sulla scena del crimine con il supporto della guardia costiera, delle forze armate e dell'Agenzia di polizia svedese. «Possiamo confermare che ci sono state esplosioni al Nord Stream 1 e 2 nella zona economica svedese, che hanno causato ingenti danni ai gasdotti. L'indagine sulla scena del crimine ha rafforzato i sospetti di grave sabotaggio», afferma il procuratore distrettuale Mats Ljungqvist, che conduce le indagini preliminari. (fonte ats)
«Se l'Ue addestra militari ucraini è parte del conflitto»
La creazione di una missione di addestramento militare per l'Ucraina da parte dell'Unione europea attribuisce di fatto all'Ue un ruolo come parte in causa nel conflitto, avverte il ministero degli esteri russo, citato dalla Tass. Ieri l'alto rappresentante per la politica estera dell'Ue Josep Borrell in un post sul suo blog aveva scritto: «Al prossimo Consiglio Affari Esteri del 17 ottobre spero che potremo lanciare formalmente la nostra missione di addestramento per le forze armate ucraine. Allo stesso tempo, restiamo pronti a perseguire una soluzione diplomatica, qualora le circostanze tornino a consentirlo in modo significativo». Il ministero degli esteri aggiunge che la Russia non parteciperà all'escalation della retorica nucleare, affermando che solo l'Occidente ne ha bisogno. (fonte ats)
Petrolio, il price cap «avrà un effetto distruttivo sui mercati»
Il Cremlino prevede che l'eventuale introduzione di un tetto al prezzo del petrolio «avrà un effetto distruttivo sui mercati, sconvolgendo quasi tutti i paesi». Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, secondo quanto riporta Tass. Commentando la decisione dell'Opec+ di tagliare la produzione di petrolio, Peskov ha affermato che essa è finalizzata «Solo a stabilizzare il mercato petrolifero». «Qui - ha detto il portavoce del presidente Vladimir Putin - non si parla di solidarietà con un paese in particolare». (fonte ats)
Orban: le sanzioni contro la Russia «non sono all'altezza»
«La politica fallita sulle sanzioni di Bruxelles deve essere ripensata, perché le sanzioni non sono state all'altezza delle aspettative. La guerra non è finita, i prezzi in Europa sono alle stelle, ma la Russia sta realizzando un buon profitto». Lo ha affermato il premier ungherese Viktor Orbán in un incontro a Praga con l'ex presidente della Repubblica Ceca, l'euroscettico Václav Klaus. Nella capitale ceca è in corso il vertice informale dei capi di Stato e di governo dell'Unione europea. (fonte ats)
Gli Himars? «La dimostrazione dell'odio Usa per la Russia»
«Nuove forniture di missili Himars a Kiev evidenziano l'odio di Washington per Mosca». Lo ha detto la portavoce del ministero degli esteri russo Maria Zakharova in conferenza stampa. La Zakharova ha sottolineato che gli Stati Uniti «hanno recentemente annunciato l'intenzione d'inviare un altro lotto di lanciarazzi Himars» all'Ucraina. «Gli americani sono pronti ad aggiungere altri quattro lanciatori e munizioni per un valore di 625 milioni di dollari ai 16 sistemi forniti in precedenza. Immaginate il potere dell'odio che hanno nei nostri confronti», ha osservato. Come riporta Tass, la portavoce ha anche sostenuto che il decreto del leader ucraino Volodymir Zelensky che esclude i colloqui con il presidente russo Vladimir Putin, così come i precedenti passi di Kiev, è stato dettato dall'Occidente. (fonte ats)
Fronte spostato di 20 chilometri
Continua la controffensiva e l'avanzata delle forze ucraine nel sud del paese secondo quanto segnala l'ultimo aggiornamento dell'intelligence britannica riguardo agli sviluppi sul terreno, con le forze di Kiev che spingono il fronte di altri 20 chilometri al Sud ma che non fendono ancora le posizioni di difesa russe. Lo riferisce il Guardian. Stando al rapporto «le forze russe in genere hanno interrotto i contatti e si sono ritirate», ma devono adesso affrontare un «dilemma»: se ritirare le truppe dall'altra parte del fiume Dnipro per difendere il resto della regione di Kherson, o rimanere e difendere l'area. (Fonte ats)
L'ottavo pacchetto di sanzioni adottato dal Consiglio europeo
Il Consiglio europeo ha adottato l'ottavo pacchetto sanzioni contro la Russia in risposta «all'annessione illegale delle regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson». Lo riporta il Consiglio in una nota. «Il pacchetto concordato comprende una serie di misure volte a rafforzare la pressione sul governo e sull'economia russa, a indebolire le capacità militari della Russia e introduce le basi per l'introduzione di un tetto massimo di prezzo per il trasporto marittimo di petrolio russo destinato a paesi terzi e di ulteriori restrizioni sul trasporto marittimo di petrolio greggio e prodotti petroliferi verso paesi terzi».
«Deportati in Russia 1,6 milioni di ucraini»
La Russia ha deportato più di 1,6 milioni di cittadini ucraini. Lo ha annunciato il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky durante il suo discorso all'Organizzazione degli Stati americani, come riporta Unian. «Non abbiamo dubbi che vinceremo questa guerra e saremo in grado di proteggere l'indipendenza dell'Ucraina. Le vittorie quotidiane al fronte e dozzine di città e villaggi liberati dell'Ucraina lo dimostrano», ha affermato il presidente. Ma i russi «rubano persone. Più di un milione e seicentomila ucraini sono già stati deportati in Russia. Sono sparsi in remote regioni della Russia». (Fonte ats)
Esplosioni a Zaporizhzhia
Una decina di esplosioni è stata udita stamane a Zaporizhzhia, nell'Ucraina sud-orientale, mentre si vedono alzarsi colonne di fumo dal centro della città. Diversi incendi sono scoppiati in città in seguito alle esplosioni, ha reso noto il capo dell'amministrazione militare regionale Oleksandr Starukh, come riporta Ukrainska Pravda. Starukh ha esortato su Telegram i residenti della capitale della regione a rimanere nei rifugi. «Decine di persone sono sotto le macerie a Zaporizhzhia. Il numero delle vittime aumenta ogni ora». Finora, secondo il bilancio dei soccorritori, ci sono due donne rimaste uccise, sei civili feriti, tra cui una bambina di tre anni. (Fonte ats)
Gli studenti non devono combattere
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che modifica le condizioni per il differimento del servizio militare per la mobilitazione. Il documento è pubblicato sul portale delle informazioni legali. Secondo il decreto, è concesso un differimento agli studenti a tempo pieno e part-time (serale), agli studenti, ai dottorandi e ai residenti che studiano nell'ambito di programmi di istruzione professionale secondaria e superiore accreditati dallo Stato. Il decreto è entrato in vigore dalla data della firma, cioè ieri, e si applica ai rapporti giuridici sorti dal 21 settembre, data in cui è stato pubblicato il decreto presidenziale sulla mobilitazione parziale. (Fonte ats)
Nei territori liberati «i corpi di 534 civili»
I corpi di 534 ucraini uccisi dai russi sono stati scoperti nella parte della regione di Kharkiv liberata dalle forze ucraine. Lo ha annunciato Serhiy Bolvinov, capo del dipartimento investigativo della direzione della polizia nazionale nella regione di Kharkiv, durante un briefing online, secondo quanto riporta Unian. «Purtroppo abbiamo già registrato e prelevato dai territori disoccupati i corpi di 534 civili, di cui 226 donne, 260 uomini, 19 bambini (13 di loro non sono stati identificati) e 29 resti umani, il cui sesso non è stato ancora determinato», ha detto Bolvinov aggiungendo che sono state scoperte 22 camere di tortura. (Fonte ats)
Il più grande "fornitore" di armi di Kiev? È la Russia
È la Russia, e non gli Stati Uniti e altri Paesi alleati, il principale "fornitore" di armi pesanti all'Ucraina grazie alle centinaia di carri armati, obici e veicoli blindati caduti nelle mani di Kiev nel corso delle sue offensive contro le forze di Mosca: è il parere di alcuni analisti di intelligence intervistati dal "Wall Street Journal". Secondo questi analisti, la rapida avanzata dell'Ucraina nella regione di Kharkiv (nord-est) il mese scorso ha permesso all'Ucraina di appropriarsi di un'enorme quantità di armi pesanti russe. A queste si aggiungono le armi prese durante la ritirata della Russia dalla capitale e da altre parti dell'Ucraina settentrionale lo scorso aprile. (fonte ats)
Missili russi su Zaporizhzhia
Le forze del Cremlino hanno lanciato un nuovo attacco missilistico nelle prime ore di questa mattina sulla città di Zaporizhzhia. Stando a quanto scrive Ukrinform sono state colpite diverse infrastrutture e alcuni edifici residenziali. «L’occupante ha attaccato il centro regionale con dei missili. Gli obiettivi del nemico erano infrastrutture», ha detto su Telegram il capo dell'amministrazione militare della regione, Oleksandr Starukh.