La decisione dei Paesi produttori di petrolio di ridurre l'estrazione ha fatto infuriare il presidente Joe Biden.
WASHINGTON / RIAD - Washington vuole un aumento dell’estrazione di petrolio, Riad è sorda alle richieste dell’alleato occidentale e non intende fare abbassare i prezzi del greggio. Anzi, il 5 ottobre è arrivato un ulteriore schiaffo: l’Opec+ (l’organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio) ha deciso di ridurre la produzione di greggio a breve medio termine per mantenere gli attuali prezzi al barile. Un chiaro segnale per Washington.
I Paesi del Golfo guadagnano sulla guerra - La guerra in Ucraina infatti non ha colpito tutti i Paesi allo stesso modo. Mentre i governi europei stanno disperatamente cercando alternative valide al gas russo per scongiurare una possibile crisi energetica durante il prossimo inverno, dall’inizio della guerra gli Stati produttori di petrolio stanno ottenendo guadagni record grazie all’impennata dei prezzi.
Un incremento della produzione di petrolio, come domanda da mesi la Casa Bianca, introdurrebbe più petrolio nel mercato e causerebbe inevitabilmente una diminuzione del prezzo del barile.
Uno schiaffo a Washington - Biden si aspetta forse un maggior sostegno da parte dell’alleato storico americano. Il due di picche ricevuto dal principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman ha fatto infuriare il presidente: «Ci saranno conseguenze», ha sentenziato.
Le relazioni diplomatiche tra con l’Arabia Saudita sono sempre state delicate per l’amministrazione Biden. Circa tre mesi fa il presidente americano si era recato a Riad nel tentativo di firmare un accordo per aumentare la produzione.
Un viaggio inutile - Un viaggio che si è rivelato inutile alla luce delle recenti decisioni del regno saudita. Un accordo che non è arrivato e che porterà a un rimescolamento delle carte in tavola. «Dovremmo rivedere le relazioni bilaterali con l’Arabia Saudita in base ai nostri interessi e alla sicurezza nazionale», ha ammesso durante la giornata di ieri Biden.
Questa potrebbe essere una svolta storica. Riad, con la decisione di ridurre la produzione di greggio, ha di fatto anteposto i legami con la Russia alle richieste degli Stati Uniti. Mohammed Bin Salman ha di fatto rotto un patto che legava i due Paesi dal 1945.
Il patto storico - Fu il presidente Franklin Delano Roosevelt a firmare con il re saudita Ibn Saud, il giorno di San Valentino, un accordo che avrebbe condizionato la politica estera statunitense per tutto il ventesimo secolo. Protezione in cambio di petrolio, questo era in sostanza il contenuto dell’accordo. Washington si impegnava a proteggere il regno e a fornire armi e tecnologia avanzata. In cambio Riad avrebbe concesso agli Stati Uniti una corsia preferenziale all’oro nero.
Le «conseguenze» promesse da Biden saranno cruciali per capire quale relazione diplomatica gli Stati Uniti vorranno mantenere con il regno saudita.