L'oppositore politico di Putin era accusato di appropriazione indebita, il no al ricorso e la denuncia di Amnesty
MOSCA - La scure del Cremlino torna ad abbattersi sull'opposizione. La Seconda Corte di Cassazione della Giurisdizione Generale russa ha respinto l'appello di Alexey Navalny contro la condanna a nove anni di reclusione inflittagli lo scorso marzo e poi confermata in appello a maggio: una sentenza considerata di palese matrice politica e a causa della quale cinque mesi fa il rivale numero uno di Putin è stato trasferito in un carcere a regime severo.
Navalny è accusato di essersi appropriato indebitamente di denaro donato alla sua rete di uffici regionali e alla sua Fondazione Anticorruzione, le cui video inchieste hanno tante volte dato seri grattacapi a Putin e al suo cerchio magico. Imputazioni inventate di sana pianta per colpire il trascinatore delle proteste antigovernative, assicurano innumerevoli osservatori, in un momento storico in cui il Cremlino ha decisamente inasprito la repressione del dissenso e delle libertà fondamentali.
Navalny è dietro le sbarre dal gennaio del 2021: è stato arrestato direttamente in aeroporto, non appena ha rimesso piede a Mosca di ritorno dalla Germania, dove era in cura per un avvelenamento con una micidiale neurotossina che ha fatto a lungo temere per la sua vita e per il quale si sospettano gli 007 del Cremlino.
Dapprima gli sono stati inflitti due anni e mezzo in un processo farsa in cui è stata riesumata una vecchia condanna già bocciata dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, poi sono arrivati gli altri guai giudiziari fino al punto che le organizzazioni del dissidente sono state dichiarate "estremiste".
La repressione non si ferma neanche in carcere, a Melekhovo, dove Navalny racconta che sta trascorrendo quasi tutte le sue giornate in cella di isolamento per punizioni inflittegli per motivi pretestuosi e spesso assurdi, come quello di avere un bottone della giacca slacciato. Inoltre gli vengono negati incontri riservati col suo avvocato.
Amnesty International denuncia "un trattamento crudele, disumano e degradante" nei confronti dell'oppositore: veri e propri soprusi, che però non hanno zittito Navalny, che continua a cogliere ogni occasione per condannare l'invasione dell'Ucraina e la mobilitazione ordinata da Putin.
"Per mantenere il suo potere, Putin sta tormentando un Paese vicino, ha ucciso persone lì e ora sta inviando un'enorme quantità di cittadini russi in questa guerra", ha denunciato Navalny in collegamento video col tribunale durante un processo. Per queste parole è stato chiuso 12 giorni in cella di punizione.