Almeno 162 persone sono rimaste uccise nel terremoto di magnitudo 5,6 che ha colpito la Giava occidentale
GIACARTA - Alluvioni, tempeste e terremoti. Il 2022 indonesiano è stato decisamente intenso. E un'altra sciagura si è abbattuta sul Paese lunedì mattina. Una scossa di magnitudo 5,6, con epicentro a Cianjur, a una profondità di 10 chilometri, ha fatto tremare la terra fino a Giacarta, uccidendo più di 160 persone e ferendone quasi ottocento. E il bilancio è destinato ad aggravarsi. Come rivelano alcune testimonianze: «Decine di persone sono ancora intrappolate sotto gli edifici crollati».
La prima scossa è stata la più forte. Durata circa dieci secondi, ha paralizzato il traffico nelle strade e fermato ogni tipo di occupazione. Chi si trovava all'interno di un edificio si è precipitato all'esterno o si raggomitolato sotto il tavolo. Chi era in macchina ha spento il veicolo.
C'è chi nella fuga è caduto ed è rimasto sotto le macerie e chi ha visto un amico, un collega o un caro restare intrappolato. A questa forte scossa ne sono seguite altre 25 di assestamento, che hanno aggravato ulteriormente la situazione, provocando frane, scavando crepe nelle strade e isolando numerose località.
Da un lettino d'ospedale un operaio racconta di aver perso conoscenza. «Ho visto i miei amici correre per salvarsi fuori dall'edificio. Ma sono stato troppo lento e un muro mi è crollato addosso». Intorno alla struttura ospedaliera regionale di Cianjur, una città in cui vivono oltre centomila persone, sono sorte numerose tende e installati alcuni lettini per un primo soccorso.
Come raccontato dall'Associated Press, la situazione è molto difficile. Molti dei feriti sono bambini. Alcuni piangono tra le braccia dei propri genitori, altri sono sdraiati a terra, mentre operatori sanitari cercano di rianimarli.
Non è la prima volta quest'anno che l'Indonesia è teatro di stragi particolarmente mortali. Solo nel mese di febbraio, in seguito a un terremoto di magnitudo 6.2 più di cento persone sono decedute e quasi 7mila sono rimaste ferite.