Oltre a costringerla a chiedere l'elemosina, i genitori avevano promesso la ragazzina in sposa ad uno sconosciuto
ROMA - Riduzione in schiavitù e lesioni personali gravi. Sono i reati contestati dai magistrati della Dda di Roma nei confronti dei genitori di una ragazzina di 14 anni arrestati dalla polizia. A raccontare agli inquirenti è stata la stessa ragazzina.
La giovane è stata obbligata per anni, con violenza anche fisica, a svolgere lavori domestici e forzata a chiedere l'elemosina nei pressi di un supermercato.
Il padre e la madre, di nazionalità bosniaca di 41 e 36 anni sono stati raggiunti dalla misura cautelare emessa dal gip. Per l'uomo disposti gli arresti in carcere, per la donna i domiciliari.
Tra gli episodi contestati ai due anche la promessa della ragazzina in matrimonio ad uno sconosciuto in cambio di denaro, nonostante il suo chiaro rifiuto. La giovane, subito dopo la denuncia, è stata immediatamente collocata in una struttura protetta dove tuttora permane.
Siamo in presenza di «personalità violente e prevaricatrici, determinate a trarre fonti economiche per il soddisfacimento delle loro esigenze personali dall'accattonaggio delle figlie» e del tutto «incapaci di considerare il dissenso e il disagio di una di loro, di rispettare l'obbligo scolastico e di occuparsi delle sue esigenze primarie». Lo scrive il gip di Roma nell'ordinanza con cui ha disposto misure cautelari nei confronti di due genitori.
L'indagine è stata coordinata dall'aggiunto Michele Prestipino. Nelle esigenze cautelari il giudice scrive che «a fronte delle confidenze della minore con le insegnanti, lungi dal manifestare segni di resipiscenza, non hanno esitato a picchiarla all'evidente fine di evitare l'intervento dei servizi sociali e delle forze dell'ordine, e mantenerla in uno stato di soggezione per sfruttarne l'accattonaggio».