In quattro anni sarebbero morti almeno 1'500 animali. Musk intende cominciare a sperimentare sugli umani nei prossimi sei mesi
NEW YORK - «Poveri porcellini». «Ne sono morti più di quanto necessario». Sono queste le parole di numerosi dipendenti di Neuralink che hanno deciso di parlare con le autorità nel tentativo di porre un freno a una sperimentazione sugli animali che definiscono «aggressiva», «stressante» e «con troppi errori». L'azienda di neuro-tecnologia fondata da Elon Musk nel 2016 è ora sotto indagine federale, aperta su richiesta del procuratore federale dal Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti.
Le indagini si stanno concentrando su una possibile violazione dell'Animal Welfare Act, il documento che regola il modo in cui i ricercatori sono tenuti a trattare e a testare gli animali. Una ventina di dipendenti passati e attuali di Neuralink ha deciso di raccontare cosa avviene dietro le mura dei laboratori e, pur riconoscendo che in ogni caso le cavie animali vengono soppresse alla fine di una sperimentazione, al fine di condurre degli esami post mortem, denunciano che troppi animali sono morti sotto i ferri.
Stando ai documenti ufficiali visionati dall'agenzia di stampa Reuters, almeno 1'500 animali sarebbero morti dal 2018 a oggi. Tra questi ci sarebbero 280 pecore, maiali e scimmie. E decine di ratti e topi. Tuttavia il numero è solo una stima in quanto Neuralink non detiene un registro in cui segnare il numero di animali testati e uccisi.
Sebbene nel campo della ricerca medica che coinvolge gli animali rientra nella norma il rischio di ucciderne uno durante dei test, secondo i dipendenti di Neuralink il bilancio delle morti è eccessivo. E come motivo indicano che Elon Musk stia esercitando enormi pressioni sui ricercatori al fine di avere risultati nella ricerca. Risultati che sarebbero dovuti essere raggiunti mesi fa e che ancora oggi restano un miraggio. Tra le varie minacce ricevute da patron Tesla, i dipendenti raccontano che in un'occasione sia stato chiesto loro di immaginare di lavorare con una bomba a orologeria fissata sulla testa. In un altro caso, Musk li avrebbe minacciati di tagliare i fondi alle operazioni.
Questo carico elevato di stress, raccontano sempre i dipendenti, ha portato in diverse occasioni a errori che sarebbero potuti essere evitati. Ad esempio, nel 2020 sono stati impiantati dei chip troppo grandi in una ventina di maiali. In un'altra occasione delle scimmie sono state ricucite con della colla chirurgica sbagliata. La mancata preparazione ha portato in alcuni casi a tenere sedati degli animali per lunghe ore. In merito a questo un dipendente ha commentato: «Poveri porcellini, è dura per loro».
Solo alcuni giorni fa Elon Musk ha annunciato che Neuralink dovrebbe essere pronta a cominciare le sperimentazioni dei suoi chip, che promettono anche di dare alle persone paraplegiche la possibilità di camminare, nei prossimi sei mesi. Starà alla Food and Drug Administration degli Stati Uniti, che ha già negato a Neuralink questa possibilità, di stabilire se l'azienda è pronta a mettere mano su cervelli umani.