I resti della ragazza 18enne pakistana erano stati ritrovati nel giardino vicino all’abitazione della famiglia
MILANO - I primi risultati dell’autopsia del corpo di Saman Abbas, ragazza pakistana 18enne uccisa dalla sua stessa famiglia perché non accettava un matrimonio combinato, iniziano a fare chiarezza sulla sua morte.
Dall’obitorio dell’Università di Milano i dati resi pubblici fanno rabbrividire. «È stata una morte avvenuta con modalità atroci», ha spiegato rammaricato Riziero Angeletti, rappresentate dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia e parte civile del processo che inizierà il 10 febbraio del prossimo anno.
L’autopsia dei resti della ragazza, ritrovati il 20 novembre scorso poco lontano dall’abitazione della famiglia a Novellara, è stata eseguita dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo.
«Da questo primo esame, sia pure parziale ma importante, ne deriva la considerazione che l’uccisione della ragazza non è avvenuta come immaginato sino a oggi», si è limitato a spiegare Angeletti. Scartata quindi l’ipotesi di uno strangolamento, come fino ad ora ammesso dai cugini della vittima. A uccidere la ragazza è stato un taglio alla gola, lungo una quindicina di centimetri. Sono ancora in corso altri accertamenti, in particolare l’esame istologico del corpo, per confermare le supposizioni degli inquirenti, ma la ragazza potrebbe essere stata sgozzata dai familiari.
Manca ancora la conferma del Dna, ma secondo le autorità italiane non ci sono più dubbi che il corpo appartenga a Saman. «Ciondolo portafortuna, orecchini e collanine e anche i jeans tagliati» sono stati trovati vicino ai resti del corpo, ha spiegato l’avvocata Barbara Iannuccelli.
Le indagini della polizia nel frattempo continuano. Il padre Shabbar Abbas è stato arrestato il 15 novembre in Pakistan e l’Italia ha già chiesto l’estradizione. Per la madre Nazia pende un mandato d’arresto. Assieme ai genitori sono incriminati per l’omicidio anche lo zio Danish Hasnain e i cugini Nomanulhaq Nomanulhaq e Ikram Ijaz, attualmente in carcere a Reggio Emilia.