Un uomo 57enne ha aperto il fuoco questa mattina in un bar a Roma. Una lite nel condominio sarebbe all'origine della strage.
ROMA - Una pistola rubata al poligono di tiro di Tor di Quinto. Una Glock calibro nove piena di colpi fatta scivolare nella borsa quando nessuno vedeva. Ecco come è iniziata la tragedia che ha portato alla morte di tre donne e al ferimento di altre quattro persone.
Il profilo del killer - I carabinieri stanno ricostruendo le dinamiche della sparatoria avvenuta questa mattina a Roma. Il quadro inizia a farsi più chiaro e le informazioni trasmesse dai media italiani cominciano a definire un primo profilo del killer.
Un uomo di 57 anni ha aperto il fuoco questa mattina all’interno del gazebo di un bar a Fidene, zona Colle Salario, nel quartiere a Nord Est di Roma, sparando all’impazzata diversi colpi. Secondo le prime testimonianze raccolte sarebbe una lite durante una riunione di condominio all’origine della violenza.
I precedenti - Il killer era già noto alle forze dell'ordine. I carabinieri nel 2020, per ragioni che non sono state specificate, avevano già rifiutato la richiesta di porto d’armi. Inoltre i vicini di casa hanno ammesso di non sentirsi al sicuro vicino all’uomo. Le segnalazioni alla polizia erano state numerose dopo che aveva minacciato alcuni ragazzini che giocavano nello spiazzo davanti alla sua abitazione.
A sconvolgere la vita dell’uomo sembra essere stato un grave lutto, la perdita del figlio minorenne in un incidente stradale, nel 2012. Il ragazzo 14enne si era schiantato contro un albero con lo slittino perdendo la vita. Uno shock troppo grande per il padre che non si è più ripreso.
A questo si aggiunge il blog «Benvenuti all'inferno» aperto circa due anni fa nel quale l'uomo definisce i vertici del consorzio «Valleverde Rocca Sinibalda», si trova infatti sul Lago del Turano, un’associazione mafiosa.
Le testimonianze - Nel frattempo i media italiani hanno raccolto le prime testimonianze. «È entrato durante la riunione per il bilancio preventivo dell'anno prossimo e ha detto "Vi ammazzo tutti". Io ho sentito questa frase», ha raccontato al Corriere della Sera una residente ancora sconvolta. «Poi sembra si sia inceppata la pistola e alcuni consorziati gli sono saltati addosso, lo hanno disarmato e buttato a terra». La donna non ha nascosto il timore per il killer: «Ha sempre creato problemi, non voleva pagare le spese di consorzio. Abbiamo fatto diverse denunce contro di lui, per minacce, ai carabinieri e alla procura di Rieti».