Negli scorsi giorni al via un’imponente esercitazione Nato, documentata da un filmato
PRISTINA - C'è attesa per la risposta della Nato sulla possibilità di autorizzare la Serbia a entrare con una forza di sicurezza nel nord del Kosovo. Nel frattempo le barricate e i posti di blocco, messi in atto dai serbi, non sono ancora stati smantellati, per paura di un'ulteriore escalation. Si continua quindi a mediare cercando - secondo una nota della Kfor* di «creare soluzioni sostenibili a lungo termine, a beneficio di tutte le comunità che vivono in Kosovo». Ma andiamo con ordine.
La Nato ci sta pensando - «Attualmente stiamo valutando la recente richiesta del governo della Serbia», ha reso noto ieri la Kfor in relazione alla richiesta del governo Serbo, avanzata la scorsa settimana, di poter entrare con mille uomini - tra poliziotti e militari - nel nord del Kosovo, al fine di garantire la sicurezza della popolazione serba nella regione.
Aumenta il contingente Nato - Nel frattempo il contingente Nato ha comunicato di aver aumentato la propria presenza al valico di Jarinje (frontiera con la Serbia) a scopo precauzionale e in accordo «con tutte le parti interessate». Motivo dell'aumento del personale impiegato nell'operazione di controllo, è la presenza di gruppi criminali organizzati che si sarebbero infiltrate nelle manifestazioni di protesta e di cui abbiamo dato notizia. Membri della Narodne Patrole, organizzazione nazionalista serba con legami con il gruppo paramilitare russo Wagner, si erano infatti ammassati domenica sul lato serbo del confine tra Serbia e Kosovo, minacciando di affrontare le truppe Nato.
Nuove esercitazioni «per garantire la libertà di movimento, utilizzando le risorse disponibili» - Nel frattempo, lo scorso 19 dicembre, le forze Nato hanno svolto una nuova imponente esercitazione nella regione al centro della tensione interetnica. «Kfor conduce regolarmente esercitazioni, progettate per testare le nostre capacità e mantenere il livello necessario di prontezza operativa, necessaria per continuare ad adempiere ai doveri della forza», comunica ancora la Nato in una nota. E infine, l'operazione è stata condotta «per addestrare e testare le capacità delle unità di garantire la libertà di movimento, utilizzando le risorse disponibili».
During the last days, the #NATO-led #KFOR mission conducted a series of exercises in northern #Kosovo to test its capabilities to continue ensuring a safe and secure environment and freedom of movement.
— @NATO - KFOR (@NATO_KFOR) December 21, 2022
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Le barricate saranno rimosse quando ci saranno le condizioni - Secondo quanto comunicava Aljazeera ieri, Gazmend Hoxha, direttore delle operazioni della polizia del Kosovo, ha dichiarato che le barricate saranno rimosse quando si reputerà che le conseguenze saranno minime. In questo senso il colonnello ha aggiunto che il personale, addestrato e preparato, dispone dell'attrezzatura per rimuovere le barricate.
*La missione KFOR guidata dalla NATO è composta da oltre 3.700 membri provenienti da 27 paesi, inclusi alleati della NATO e partner. È impegnata a fornire un ambiente sicuro e libertà di movimento a tutte le comunità in Kosovo, in conformità con il mandato, basato sulla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1244 del 1999.