L'ex presidente russo si riferisce all'incontro di ieri tra Joe Biden e Kishida
MOSCA - Il premier giapponese Fumio Kishida dovrebbe vergognarsi per il suo umiliante servilismo nei confronti degli Stati Uniti e al suo ritorno da Washington, durante la riunione di Gabinetto, dovrebbe fare harakiri (suicidio per sventramento): lo scrive su Telegram l'ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza, Dmitry Medvedev.
Medvedev si riferisce all'incontro di ieri a Washington tra il presidente americano Joe Biden e Kishida, al termine del quale la Casa Bianca ha diffuso una dichiarazione congiunta, in cui i due leader mettono in guardia Mosca contro l'uso di un'arma nucleare in Ucraina.
«Biden e Kishida hanno affermato che un eventuale uso di armi nucleari da parte della Russia in Ucraina sarebbe un atto ostile contro l'intera umanità, per il quale non esiste alcuna giustificazione», esordisce Medvedev riferendosi al premier giapponese e prossimo presidente di turno del G7.
«È una vergogna talmente mostruosa che non commenterò nemmeno la paranoia sui piani nucleari della nostra nazione - prosegue -. Pensateci. Il capo del governo giapponese sta dicendo sciocchezze sulla Russia in un'umiliante estasi di fedeltà, tradendo la memoria di centinaia di migliaia di cittadini giapponesi bruciati negli incendi nucleari di Hiroshima e Nagasaki. E a Kishida non potrebbe importare di meno che l'unico Paese a usare pienamente le armi nucleari siano stati gli Stati Uniti. E che la sua unica vittima sia stata la sua stessa patria».
Kishida, secondo Medvedev, «avrebbe dovuto ricordarlo al presidente degli Stati Uniti e chiedere il pentimento per quell'atto di guerra che la leadership statunitense non ha mani compiuto. Ma no, Kishida è solo un servo degli americani. E i servi non possono avere il coraggio».
«Si rimane dispiaciuti per i giapponesi. Dopotutto, una tale vergogna può essere lavata solo commettendo seppuku (harakiri) al suo ritorno, proprio durante la riunione del Gabinetto. Anche se il concetto di onore non è peculiare di questa generazione di vassalli giapponesi», conclude Medvedev.