Almeno dieci persone sono rimaste ferite nell'attentato, definito eroico dalla Jihad islamica
GERUSALEMME - Almeno otto persone sono state uccise in una sparatoria nel quartiere di Neve Yaakov a Gerusalemme, nei pressi di una sinagoga. Lo riportano i media.
Una decina di altre persone sono invece rimaste ferite, di cui alcune in modo grave. L'autore dell'attentato è un palestinese della parte est della città. Lo ha detto il capo della polizia di Gerusalemme secondo cui l'uomo è scappato a bordo di una vettura verso una zona vicina a prevalenza araba della città. Raggiunto dagli agenti - secondo la stessa fonte - ha sparato ai poliziotti prima di essere colpito a sua volta.
L'attacco sarebbe avvenuto in due fasi: prima davanti alla sinagoga poi in un punto poco più avanti. Fonti della polizia hanno detto che le forze di sicurezza sono a caccia di possibili fiancheggiatori dell'attentatore.
«Per i morti di Jenin» - «Una operazione eroica»: così la Jihad islamica ha definito l'attacco, mentre Hamas ha affermato che si è trattato di una «vendetta per i morti di Jenin».
In riferimento proprio ai nove palestinesi rimasti uccisi ieri a Jenin in scontri con l'esercito e al successivo lancio notturno di razzi verso Israele, il portavoce della Jihad islamica, citato dai media, ha aggiunto che l'attentato odierno «dimostra che si è saldato un fronte unico che include Gerusalemme, la Cisgiordania e Gaza».
Nell'apprendere dell'attentato di Gerusalemme, manifestazioni spontanee di gioia si sono avute in diverse città palestinesi. Cortei di persone in festa sono stati segnalati a Jenin, Nablus e Ramallah, dove dolciumi sono stati distribuiti ai passanti. Scene di euforia si sono avute anche a Gaza City e a Rafah, nel sud della Striscia.
Espressioni di entusiasmo popolare anche nel campo profughi palestinese di Shuafat, a Gerusalemme est, che si trova a breve distanza dal rione ortodosso di Neve Yaakov dove è avvenuta la strage. Secondo indiscrezioni raccolte dai media, ma ancora non confermate, è possibile che l'attentatore sia originario di quel campo profughi.
Rabbia e furore - Il ministro per la sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir è stato accolto da espressioni di collera al suo ingresso nel rione ortodosso di Neve Yaakov.
«Morte agli arabi ! Morte ai terroristi» hanno scandito i dimostranti in direzione di Ben Gvir, che è il leader del partito di estrema destra Otzmà Yehudit (Potenza ebraica). «Ora la responsabilità ricade su di te», hanno aggiunto. Ben Gvir ha replicato: «Avete proprio ragione. Il governo deve reagire».