Organizzate dal partito filo-russo Sor, le dimostrazioni popolari fanno leva sugli aumenti delle bollette energetiche.
CHISINAU - «Vogliamo che i russi vengano qui. Vogliamo far parte della Russia», grida Ala, tra le migliaia di persone che ieri sono scese in piazza in Moldavia per partecipare alle proteste contro il governo organizzate dal partito filo-russo Sor, di fronte agli aumenti delle bollette energetiche che qui ora consumano più del 70% del reddito familiare.
Secondo quanto riferito dalla Bbc, la maggior parte dei manifestanti si è recata nella capitale Chisinau in autobus, i cui costi sarebbero stati coperti dal partito, e si sono radunati sotto l'imponente edificio del parlamento della Moldavia.
La presidente Maia Sandu teme Mosca - Alcuni giorni prima del raduno, la presidente Maia Sandu ha avvertito che la Russia stava complottando per inviare nel paese sabotatori addestrati dai militari travestiti da civili, per rovesciare il suo governo filo-occidentale. Mosca ha replicato che l'accusa è un tentativo delle autorità moldave di distogliere l'attenzione dai propri fallimenti sociali ed economici.
La dipendenza dal gas russo - La Moldavia, situata strategicamente al confine con l'Ucraina e che ospita la propria regione separatista filo-russa, dipende dal gas russo e l'anno scorso Mosca ha dimezzato la sua fornitura alla Moldavia, facendo pressione sul governo di Chisinau. Le proteste per l'aumento del prezzo del gas e dell'elettricità sono iniziate lo scorso autunno.
Marina Tauber, segretaria generale del Sor che ha guidato la protesta di domenica davanti al parlamento, dice che il suo partito non è contrario all'Ue e vuole buoni rapporti con tutte le parti. Ma alcuni nel suo partito che ammettono che apprezzerebbero l'intervento russo. Tra questi il consigliere del partito Iurie Berenchi, che parlando da Orhei, roccaforte dei Sor, ha dichiarato di non avere paura di una conquista russa, e che anzi la gradirebbe: «Secondo la mia opinione personale, sì», ha detto. «Con la Russia staremmo molto meglio di adesso».
L'intervento del Cremlino - Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha definito «molto, molto tesi» i rapporti tra Russia e Moldova e ha accusato Chisinau di «scivolare nell'isteria anti-russa».
«Una tale mancanza di costruttivismo difficilmente può aiutare la stessa Moldova, e ovviamente, danneggia le nostre relazioni bilaterali», ha detto il portavoce del Cremlino secondo quanto riferisce la Tass. La settimana scorsa, la presidente della Moldova, Maia Sandu, ha accusato Mosca di tramare per rovesciare con la forza la leadership filo-Ue del suo Paese col sostegno di «sabotatori con formazione militare, camuffati in abiti civili». Mosca respinge le accuse.