I due colossi del tè - Unilever e James Finlay & Co. - hanno dichiarato che sosterranno appieno il lavoro delle autorità
NAIROBI - Abusi e violenze sessuali nelle piantagioni di tè keniote, le autorità sono pronte a indagare. La decisione segue le rivelazioni della Bbc di inizio settimana, quando sul canale televisivo britannico è stato trasmesso un reportage in cui dei giornalisti sotto copertura si sono introdotti nei campi per documentare quanto stava accadendo alle braccianti.
Più di 70 donne, stando al documentario, sono state violentate per anni dai propri supervisori. Durante le stesse riprese, una delle giornaliste ha subito pressioni perché uno dei capi della piantagione in cui si trovava voleva abusare di lei.
Mentre le autorità si preparano ad avviare le indagini, non solo su quanto accaduto, ma anche sulla complicità dei due colossi del tè coinvolti - Unilever e James Finlay & Co. -, alcuni supervisori sono stati sospesi.
L'Alto Commissario britannico per il Kenya Jane Marriot, riporta Afp, ha twittato di «essere molto preoccupata per il comportamento spaventoso» assunto dai supervisori nelle piantagioni. «Lo sfruttamento non ha posto nella società». Aggiungendo che accoglie «con grande piacere l'impegno delle aziende a indagare, a collaborare con le autorità e ad agire per proteggere il personale in Kenya».